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L'ultimatum dei vescovi a Washington

Negli ultimi decenni il governo degli Stati Uniti, guidato da entrambi i nostri principali partiti, ĆØ venuto meno, in maniera totalmenteĀ inadeguata, all'attuazione dellaĀ riforma dell'immigrazioneĀ e del rispetto dell'umanitĆ  dei migranti e rifugiati”.Ā Ćˆ una dura sferzata quella che hanno lanciato iĀ vescovi cattolici del ConnecticutĀ in una lettera indirizzata ai Cattolici dello StatoĀ a proposito delle politiche statunitensi d'immigrazione: “Come nazione nataĀ sotto Dio, non solo fondata da immigrati, ma composta in larga parte di essi, gli Stati Uniti possono fare meglio. Coloro che fuggono dai pericolosi contesti dei loro Paesi per compiere il pericoloso viaggio verso la sicurezza e la libertĆ  degli Stati Uniti fronteggiano attualmenteĀ un trattamento che mina i nostri valori di libertĆ  e fede nella dignitĆ  umana” specifica la nota che porta le firme dell'arcivescovo di Hartford, mons. Leonard P. Blair, delĀ vescovo ausiliare di Hartford, mons. Juan Miguel Betancourt, delĀ vescovo di Norwich, mons. Michael R. CoteĀ e dell'eparca di Stamford, P. Paul Chomnycky.

Al fianco dei migranti

La lettera, datata 10 luglio, ĆØ stata corredata dalla foto che mostra i corpi inermi diĀ Oscar Alberto Martinez Ramirez e della figlia di soli ventitrĆ© mesi, Angie Valeria, annegati nel fiume Rio Grande durante la traversata che dal Messico avrebbe dovuto condurli negli Stati Uniti, “un'immagine tragica” secondo i prelati. Partendo da quei corpi che fanno da monito, la riflessione dei vescovi si focalizza sugli “altri immigrati che hanno attraversato il confine, ma sono statiĀ catturatiĀ e sono attualmente detenuti in contesti sovraffollati a causa dello stallo politico della nostra nazione”. Per questo, il messaggio della Chiesa del Connecticut ĆØ chiaro: una revisione completa della politica di immigraizone nel Paese. Secondo il quotidianoĀ The New York Times, gli agenti che operano al confine hanno contatoĀ 104.344 migrantiĀ al confine tra Usa e Messico soltanto nel mese di giugno: una cifra inferiore rispetto aiĀ 144.278Ā del mese di maggio, seppure altrettanto drammatica. Spesso molti di loro, come testimoniato dalla drammatica foto sopra menzionata, perdono la vita durante il tragitto oppure soccombono negli attacchiĀ tra fazioni nelle foreste colombiane.Ā 

Un messaggio di umanitĆ 

I vescovi sottolineano che il loro documento non intende dare direttiveĀ politiche ma, piuttosto, vada inteso come unĀ invito rivolto a Washington per la promozione di nuove, piĆ¹ consoneĀ leggi affinchĆ© “anche i governi di altre nazioni possano essere incoraggiati ed aiutati, laddove necessario, per porre rimedio a quelle condizioni che spingono le persone a fuggire dalla loro patria”. Il documento dei vescovi giunge come sollecito davanti ai disperati esiti di cui sono spesso vittimeĀ i migranti. Sembra che la spinta dei vescovi statunitensiĀ a reagire sia stata data proprio dai quei due corpi senza vita sulle rive che lambiscono il Rio Grande. Allo stesso modo, il corpicino del piccolo Aylan Kurdi svegliĆ² l'opinione pubblicaĀ sul dramma delle traversate in mare, cosƬ comeĀ quelloĀ del quattordicenne Mali, recuperatoĀ inerme dal mar Mediterraneo nel 2015 con ancora indosso la sua pagella scolastica, toccĆ² il cuore di Papa Francesco che serbĆ² con sĆ© il ritratto fatto dal vignettista MakkoxĀ su Il Foglio. Ancora una volta, la storia si ripete: in nome dei morti, i vescovi del Connecticut chiedono delle politiche volte a salvaguardare i troppi vivi che lasciano una sofferenza per abbracciarne altre.

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