Il costituzionalista Francesco Clementi, docente di diritto pubblico comparato all’università di Perugia, ha scritto numerosi saggi sul funzionamento della Santa Sede come “Città del Vaticano” (il Mulino) scrive che per dimensione è “poco più di un buon campo di golf”. È il più piccolo Stato indipendente al mondo, con una superficie di appena 44 ettari. “Questo minuscolo territorio a forma di trapezio copre qualsiasi cosa si muove sotto il cielo del cattolicesimo”, osserva il professor Clementi. È la Città del Vaticano sorta con il Trattato Lateranense, stipulato tra la Santa Sede e l'Italia in data 11 febbraio 1929 e ratificato il 7 giugno 1929. I Patti Lateranensi sono gli accordi firmati l’11 febbraio 1929 dal capo del governo italiano, Benito Mussolini, e dal Segretario di Stato vaticano, cardinal Pietro Gasparri. Con questi Patti viene messa fine alla “questione romana”, la controversia tra Chiesa e Stato italiano, affiorata dopo l’Unità d’Italia, e raggiunta la cosiddetta “conciliazione”. I confini dello Stato del Papa sono delimitati dalle mura e, su piazza San Pietro, dalla fascia di travertino che congiunge le due ali del colonnato. Oltre che al territorio proprio dello Stato, la giurisdizione vaticana si estende in un certo senso anche su alcune zone di Roma e fuori Roma, che godono del diritto della “extraterritorialità”.
I contenuti di una svolta storica
I Patti Lateranensi del ‘29 si compongono di due parti. La prima è un Trattato internazionale: la Santa Sede riconosce lo Stato italiano con Roma capitale e si vede riconosciuta la sovranità sullo “Stato della Città del Vaticano”. E’ prevista una convenzione finanziaria, con cui l’Italia si impegna a pagare al Pontefice una indennità, come riparazione per aver perso lo Stato pontificio. La seconda parte è costituita dal Concordato, che regola i rapporti tra Chiesa e Regno d’Italia. La forma di governo è la monarchia assoluta. Capo dello Stato è il Sommo Pontefice, che ha la pienezza dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Tali poteri, durante il periodo di sede vacante, sono demandati al Collegio dei cardinali. La popolazione dello Stato comprende circa 800 persone, delle quali oltre 450 godono della cittadinanza vaticana, mentre le altre sono solo autorizzate a risiedere nello Stato, temporaneamente o anche stabilmente, ma senza godimento della cittadinanza. Circa la metà dei cittadini risiede in altri Paesi, soprattutto per motivi di servizio (in particolare il personale diplomatico). I Patti Lateranensi si chiamano così da San Giovanni in Laterano, il luogo dove gli accordi vennero firmati nel 1929. Sono riconosciuti dalla Costituzione italiana che all’articolo 7 recita: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale”. Dopo lunghe e laboriose trattative il Concordato è stato rivisto. Il 18 febbraio 1984, il presidente del Consiglio italiano, Bettino Craxi, e il cardinale Agostino Casaroli, in rappresentanza della Santa Sede, firmano a Roma, a Villa Madama, un nuovo Concordato. Il Concordato del 1929 stabilisce che la religione cattolica è la sola religione di Stato. E prevede una serie di misure, come gli effetti civili del matrimonio religioso e l’esenzione del servizio militare per i sacerdoti. Permette inoltre alle organizzazioni dell’Azione cattolica di continuare a operare e stabilisce l’insegnamento della religione cattolica come «fondamento e coronamento» dell’istruzione pubblica. Prima della firma dei Patti del 1929 era in vigore la Legge delle Guarentigie, cioè «delle garanzie», che era stata approvata dal Parlamento italiano il 13 maggio 1871. Con questa legge, il Regno d’Italia s’impegnava unilateralmente a garantire al Papa le condizioni per lo svolgimento del suo magistero spirituale. Gli attribuiva particolari prerogative, come la possibilità di avere un corpo di guardie armate e onori sovrani, e gli offriva anche una dotazione annua. Ma il pontefice, Pio IX, che aveva subito la presa di Roma (con la breccia di porta Pia, il 20 settembre 1870), rifiutò l’introito, respinse la legge e si mostrò inflessibile contro il neonato stato italiano: fino a pronunciare, nel 1874, il famoso “non expedit”, cioè il divieto, rivolto ai cattolici, a partecipare alla vita politica del Regno.
Le condizioni da rispettare
Oltre a una propria bandiera (contraddistinta da due campi divisi verticalmente, uno giallo, aderente l'asta, l'altro bianco in cui appare la tiara pontificia con le chiavi decussate) lo Stato della Città del Vaticano ha un proprio inno ufficiale: la Marcia Pontificia composta dal musicista francese e fervente cattolico Charles Gounod (1818-1893), famoso per l'opera lirica Faust e l'Ave Maria (che sovrappose il testo in lingua latina al Preludio n.1 in Do maggiore di Bach). Inoltre il Vaticano ha moneta propria ed emette propri francobolli postali. Mancando di un proprio istituto di emissione, lo Stato si è impegnato in forma patrizia a coniare la propria moneta metallica – per il valore massimo, attualmente di un milione di euro l'anno – in Italia, presso l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Due le sigle degli automezzi iscritti nel Registro veicoli vaticani (RVV): SCV per le auto di proprietà dello Stato e degli Enti della Santa Sede; CV, per la auto di proprietà dei cittadini e delle personalità a cui è concessa l'immatricolazione nei ruoli vaticani. La sigla internazionale è V. Altri Paesi hanno firmato concordati con la Santa Sede, per esempio la Polonia, il Portogallo, la Spagna. Mentre in Francia è ancora in vigore la legge della più totale separazione fra Chiesa e stato, risalente al 1905, che mandò in pensione il concordato firmato un secolo prima. Alle esigenze di sicurezza del Papa e dello Stato provvedono il Corpo della Guardia Svizzera, fondato nel 1506, i cui appartenenti indossano una divisa che, secondo la tradizione, sarebbe stata disegnata da Michelangelo, e il Corpo della Gendarmeria, addetto a tutti i servizi di polizia e sicurezza dello Stato. l’Italia ha firmato accordi con altre confessioni religiose, che prendono il nome di intese, approvate ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione. Tra le intese già approvate c’è quella con l’Unione delle Chiese cristiane avventiste del 7° giorno, le Assemblee di Dio, l’Unione delle Comunità Ebraiche, la Chiesa Evangelica Luterana. Tra le intese firmate e non ancora approvate con legge c’è quella con l’Unione induista italiana, l’Unione Buddista italiana, la Chiesa Apostolica e la Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova. Non c’è invece alcuna intesa con l’Islam. In virtù della revisione del Concordato del 1984, la religione cattolica non è più definita sola religione di Stato. L’ora di religione nelle scuole, fino a quel momento obbligatoria, diventa invece facoltativa. Vengono stabilite delle condizioni da rispettare perché un matrimonio celebrato col rito religioso possa essere riconosciuto come unione civile, dallo stato italiano. Viene inoltre introdotto un nuovo metodo di sostentamento della Chiesa, l’8 per mille, che entra in vigore il 1° gennaio 1990: il meccanismo attraverso il quale si può devolvere quella percentuale di gettito Irpef alla Chiesa cattolica.