“Il richiamo di Gesù spinge ognuno di noi a non fermarsi mai alla superficie delle cose, soprattutto quando siamo dinanzi a una persona. Siamo chiamati a guardare oltre, a puntare sul cuore per vedere di quanta generosità ognuno è capace”. Sono le parole di Papa Francesco nella Basilica Vaticana, dove ha presieduto la Liturgia penitenziale e ha indetto un Giubileo straordinario, un anno santo della misericordia. “Il Sacramento della Riconciliazione – ha detto nel corso dell’omelia – permette di accostarci con fiducia al Padre per avere la certezza del suo perdono. Egli è veramente ‘ricco di misericordia’ e la estende con abbondanza su quanti ricorrono a Lui con cuore sincero”. Secondo il vescovo di Roma “uscendo dal confessionale, sentiremo la sua forza che ridona la vita e restituisce l’entusiasmo della fede”. Ripercorrendo il Vangelo, che parla della donna peccatrice nella casa del fariseo, ha evidenziato due parole che ricorrono frequentemente: amore e giudizio.
“Questa donna – ha sottolineato – ha veramente incontrato il Signore. Nel silenzio, gli ha aperto il suo cuore; nel dolore, gli ha mostrato il pentimento per i suoi peccati; con il suo pianto, ha fatto appello alla bontà divina per ricevere il perdono”. Il fariseo Simone, invece, “non riesce a trovare la strada dell’amore. Rimane fermo alla soglia della formalità. Non è capace di compiere il passo successivo per andare incontro a Gesù che gli porta la salvezza. Simone si è limitato ad invitare Gesù a pranzo, ma non lo ha veramente accolto”. Il Pontefice ha infine ribadito che “nessuno può essere escluso dalla misericordia di Dio; tutti conoscono la strada per accedervi e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte permangono spalancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono. Più è grande il peccato e maggiore dev’essere l’amore che la Chiesa esprime verso coloro che si convertono”.