Nutrirsi dell’Eucaristia significa “entrare in un dinamismo di amore e diventare persone di pace, persone di perdono, di riconciliazione, di condivisione solidale”. E’ quanto affermato da Papa Francesco nel corso dell’Angelus domenicale a piazza San Pietro. La comunione, ha sottolineato, “è assimilazione: mangiando Lui, diventiamo come Lui. Ma questo richiede il nostro ‘sì’, la nostra adesione alla fede”. Talvolta riguardo alla celebrazione eucaristica, ha continuato, capita di sentire questa obiezione: “Ma a cosa serve la Messa? Io vado in chiesa quando me la sento, o prego meglio in solitudine”. “L’Eucaristia – ha spiegato – non è una preghiera privata o una bella esperienza spirituale, non è una semplice commemorazione di ciò che Gesù ha fatto nel’’Ultima Cena”.
Il pane, ha soggiunto, “è realmente il suo Corpo donato per noi, il vino è realmente il suo Sangue versato per noi. L’Eucaristia è Gesù stesso che si dona interamente a noi”. La comunione eucaristica trasforma la vita del cristiano “in un dono a Dio e ai fratelli”: “Nutrirci di quel ‘Pane di vita’ significa entrare in sintonia con il cuore di Cristo, assimilare le sue scelte, i suoi pensieri, i suoi comportamenti”. Dopo l’Angelus, il Pontefice ha rivolto un saluto speciale ai giovani del Movimento Giovanile Salesiano, radunati a Torino per celebrare il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco. Li ha incoraggiati “a vivere nel quotidiano la gioia del Vangelo, per generare speranza nel mondo”.