Novembre è il mese che la Chiesa cattolica dedica ai fedeli defunti. Nell'omelia della Messa a Casa Santa Marta, Papa Francesco prende spunto dal Vangelo odierno, che parla dei giorni di vigilia del diluvio universale, per parlare della morte
Il Pontefice ricorda che, benché tutti siamo assorbiti da impegni quotidiani, prima o poi verremo chiamati da Gesù, e questa sarà una sorpresa. Ecco il motivo per cui la Chiesa ci invita a “fermarci un po'” per “pensare alla morte”. Essa ci dice – afferma il Papa – “Fermati, fermati, non tutti i giorni saranno così. Non abituarti come questo fosse l’eternità. Ci sarà un giorno che tu sarai tolto, l’altro rimarrà, tu sarai tolta, tu sarai tolta”.
Una riflessione che “fa bene”, sottolinea Francesco. “Pensare alla morte non è una fantasia brutta, è una realtà – osserva -. Se è brutta o non brutta dipende da me, come io la penso, ma che ci sarà, ci sarà. E lì sarà l’incontro col Signore, questo sarà il bello della morte, sarà l’incontro col Signore, sarà Lui a venire incontro, sarà Lui a dire: 'Vieni, vieni, benedetto da mio Padre, vieni con me'” .
A proposito degli ultimi istanti prima della morte, il Papa ha raccontato un aneddoto: “L’altro giorno ho trovato un sacerdote, 65enne più o meno, e aveva qualcosa non buona, non si sentiva bene… E’ andato dal dottore e ha detto: 'Ma guardi – dopo la visita – lei ha questo, questa è una cosa brutta, ma forse stiamo in tempo di fermarla, faremo questo, se non si ferma faremo quest’altra e se non si ferma incominceremo a camminare e io la accompagnerò fino alla fine'. Bravo quel medico”.
L'esempio di quel medico – esorta Francesco – deve riguardare ognuno di noi, affinché ci possiamo “accompagnare in questa strada” fino al giorno in cui “il Signore verrà a prendermi per andare da Lui”.