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L’impegno del Papa per “le vittime delle guerre dimenticate”

Effetti “collaterali”: ecco come i conflitti armati africani sabotano anche l’accesso all’istruzione per le giovani generazioni

Il magistero di Francesco “dalla parte di chi non ha diritto di parola o non viene ascoltato, dei più poveri, delle minoranze oppresse, delle vittime di guerre dimenticate“. Aggiunge il Papa: “Questo lo voglio sottolineare: le guerre dimenticate“. L’agenzia missionaria vaticana Fides racconta la tragica emergenza dei milioni di profughi e sfollati provocati dai tanti conflitti in atto nel continente africano. Un’emergenza che diventa ancora più acuta per quanti la soffrono sulla loro pelle quando sono in età scolare. Garantire per loro il diritto all’istruzione diventa cruciale. Il problema è stato affrontato nelle scorse settimane riguardo alla condizione degli studenti provenienti dal Sudan e rifugiati in Egitto. Qui sono presenti circa un milione e duecentomila rifugiati sudanesi. I minori che fuggono dal Sudan con età inferiore ai 16 anni non hanno l’obbligo di registrarsi all’arrivo in Egitto. Sono numerosi i problemi affrontati dai minori che riescono a registrarsi. E cioè i costi scolastici. La redistribuzione dei profughi minorenni sudanesi nelle scuole egiziane. Il loro inserimento. E la disorganizzazione delle scuole e delle forme di istruzione a loro dedicate. Per coloro che invece non ottengono la registrazione il diritto all’istruzione in Egitto non è garantito. E questo vale non solo per i sudanesi. Ma anche per coloro che provengono da altre zone di guerra, come i profughi palestinesi.

guerre
Foto di Ismail Salad Osman Hajji dirir su Unsplash

Sos guerre dimenticate

Vaste aree del Continente africano sono oggi dilaniate da conflitti, violenze praticate da gruppi armati, lotte per il controllo delle risorse. Africa occidentale e Sahel, Nigeria Repubblica Democratica del Congo, Etiopia. Dovunque le scuole e l’istruzione sono tra le prime vittime degli scontri armati, perché la continuazione delle ordinarie attività educative viene percepita come un ostacolo per l’azione delle milizie. Le Nazioni Unite stimano quest’anno che quasi il 40% degli attacchi alle scuole in tutto il mondo avvengono in Africa, dove se ne sono registrati più di duemila e cinquecento negli ultimi anni. Nel Sahel al momento ci sono ben 14mila scuole chiuse, con ben due milioni e ottocentomila bambini che non possono andare a scuola. In Repubblica Democratica del Congo il problema è diffuso nelle regioni orientali. Dove agiscono sia gruppi armati estremisti che gruppi sostenuti da paesi confinanti. Solo all’inizio di quest’anno erano ben cinquecento le scuole chiuse nel Nord Kivu. Un dato che per il 2024, non si preannuncia migliorato visto la persistente situazione di violenza. In totale nella sola Africa subsahariana sono concentrati il 30% di tutti i minori del mondo che non vanno a scuola.

 

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