Sos Libano. “Senza un urgente processo di ripresa economica e di ricostruzione si rischia il fallimento del Paese. Con la possibile conseguenza di pericolose derive fondamentaliste“, ammonisce Francesco nel pieno della crisi economica sociale e politica che attraversa il popolo libanese. Secondo il Pontefice è necessario che in Libano tutti i leader politici e religiosi mettano da parte i propri interessi. E si impegnino a perseguire la giustizia. E ad attuare vere riforme per il bene dei cittadini. Agendo in modo trasparente e assumendosi la responsabilità delle proprie azioni”.
Allarme del Patriarca
Il cardinale Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, rilancia il monito del Papa ai diplomatici accreditati in Vaticano. “Ci rammarichiamo di vedere che i libanesi soffrono e fanno sacrifici. Mentre il loro Stato si preoccupa di cose meschine- afferma il porporato-. I funzionari gareggiano nel cercare soluzioni ai propri problemi. E ci portano a guardare alle Nazioni Unite per cercare di salvare il Libano. È loro dovere esaminare il modo migliore per garantire una Conferenza internazionale sul Libano. E’ urgente ridare vita al Paese. Ed evitare la sua caduta. Per le Nazioni Unite sono dovuti passare tutti i popoli che hanno attraversato ciò che noi stiamo attraversando oggi”.
Crisi cruciale
“Le Nazioni Unite non sono un gruppo settario o partigiano, da sfruttare a vantaggio dell’uno o dell’altro schieramento– avverte il cardinale libanese Béchara Boutros Ra-. L’Onu è un’organizzazione responsabile del destino di ogni Stato membro. Ed ha il dovere di assistere gli Stati membri. Nel momento in cui essi attraversano crisi cruciali“. Il porporato si rivolge a tutte le forze politiche, sociali e religiose del Libano. Quelle che “davvero desiderano aprire la strada a una rinascita”. Possono trovare coraggio e punti di riferimento nelle parole dedicate dal Francesco al Paese dei Cedri nel discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.