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L’imam si veste da frate per la pace tra le religioni

Ieri sera a Favara, piccola cittadina di 33mila abitanti a 13 km da Agrigento, chi era presente ha assistito a una scena quanto meno inusuale: un imam marocchino con un saio francescano sopra il classico caffetano arabo, il Vangelo in mano e accanto a lui un frate francescano, con indosso il fez e lā€™abito bianco tradizionale islamico sopra la veste marrone, che stringe il Corano. Il tutto alla presenza del cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, di alcuni migranti dellā€™Africa sub-sahariana arrivati in pullman, qualche centinaio di marocchini residenti in zona e migliaia di abitanti di Favara.

Il cuore dell’evento ĆØ stata una marcia per la pace tra musulmani e cristiani, tra musiche ebraiche, simboli dellā€™Islam e del cristianesimo, testimonianze, cori di studenti delle scuole, autoritĆ  in prima fila e tanto entusiasmo per dire “no” alla paura dellā€™altro, al terrore dei gruppi estremisti come lā€™Isis che in nome di Dio uccidono e distruggono. Il cardinal Montenegro ha introdotto l’evento ricordando che “non dobbiamo avere paura di vivere gli uni accanto agli altri” e convinto che lā€™ecumenismo e il dialogo, a livello di base, “funzionano meglio e spesso sono vita vissuta”.

D’altro canto lā€™imam Majoub ha recitato una preghiera in arabo chiedendo a Dio di ā€œallontanare le guerre, il terrorismo, i criminali”, ricordando che “lā€™Islam ĆØ una religione di pace, amore, dialogo”.Ā Uno degli organizzatori dell’evento, fra Giuseppe Maggiore (ex missionario in Marocco), ha raccontato che “piĆ¹ andavo avanti nellā€™organizzazione di questa marcia, molto contestata da chi non capisce il vero senso del Vangelo e del dialogo piĆ¹ pensavo: sono un irresponsabile. Invece aver visto la sala cosƬ piena mi ha davvero emozionato. Il nostro compito, come faceva san Francesco ĆØ amare senza limiti e senza cercare la reciprocitĆ , smorzando gli allarmismi che fomentano la paura”.

Alcuni giovani maghrebini hanno ribadito che “i terroristi dellā€™Isis non sono dei veri musulmani” e che lā€™Islam vuole la pace soprattutto tra “la gente del Libro”: ebrei, cristiani, musulmani, senza farsi mancare una serie di appelli alla classe dirigente, “per promuovere lā€™integrazione, la legalitĆ  e la convivenza civile”, e ai religiosi per “trovare una piattaforma comune”.

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