Due incontri importanti nel giro di poche ore per Papa Francesco che a S. Marta ha ricevuto questa mattina il grande imam di Al Ahzhar, Ahmed al Tayyeb, mentre ieri sera aveva visto Kofi Annan, segretario dell'Onu dal 1997 al 2006. Sui contenuti dell'udienza con il leader musulmano il Vaticano non ha finora fornito ulteriori dettagli. Il Papa e il capo della prestigiosa università del Cairo, punto di riferimento mondiale per l'islam sunnita, si erano già incontrati una prima volta il 23 maggio 2016 in Vaticano, e una seconda al Cairo, il 28 aprile di quest'anno, quando papa Francesco ha preso parte a un forum per la pace a Al Azhar e le due istituzioni hanno preso impegni di collaborazione per la pace e un ruolo di pacificazione delle religioni, contro fondamentalismi ed estremismi. Il colloquio del maggio 2016 in Vaticano segnò la ripresa del dialogo tra Al Azhar e Santa Sede, che era stato interrotto dall'università del Cairo nel 2011 a causa della presa di posizione di Benedetto XVI in difesa dei cristiani copti, dopo un attentato contro di loro in una chiesa di Alessandria. Allora il centro dell'islam sunnita interpretò le parole di Benedetto XVI come un'ingerenza. Nonostante l'assenza di dialogo ufficiale tra Vaticano e al Azhar, però, nel marzo 2014 Mahmoud Azab, rappresentante del grande imam al Tayyeb, aveva partecipato a una conferenza in Vaticano e aveva firmato una dichiarazione interreligiosa contro la tratta.
Dialoghi di civiltà
Nel pomeriggio, al Tayyeb parteciperà all’incontro internazionale: “Un secolo: dalla fine degli imperi alla globalizzazione”, terza tappa degli incontri “Oriente e Occidente. Dialoghi di civiltà“, inaugurati a Firenze nel 2015 con la prima visita in Europa del grande imam di al Azhar su invito della Comunità di Sant'Egidio. L’evento di Parigi nel maggio 2016 ha ampliato la riflessione su come vivere, sia in Oriente sia in Occidente, con categorie nuove e ha posto l'accento sul rifiuto della violenza in nome della religione manifestato dall'omaggio di al Tayyeb al memoriale delle vittime del terrorismo al Teatro Bataclan. Anche l’incontro di quest'anno a Roma è organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio assieme alla prestigiosa università islamica del Cairo. Oltre al grande imam al-Tayyeb ci saranno esperti e rappresentanti del mondo della cultura e delle istituzioni.
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L'incontro con Annan
Ieri pomeriggio il Pontefice aveva invece ricevuto la visita dell'ex segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, accompagnato da alcuni membri dell'Organizzazione internazionale non-governativa The Elders. In questo caso le notizie giungono da Radio Vaticana che ha avuto l'opportunità di intervistare Anna: “Abbiamo parlato di rifugiati e migrazioni, di armi nucleari tema sul quale il Vaticano ha organizzato un vertice; abbiamo parlato della pace, della mediazione nei conflitti. Abbiamo molti valori in comune e volevamo incontrarci con lui e ragionare del modo in cui possiamo lavorare insieme, come possiamo concentrare i nostri sforzi su alcuni di questi punti” ha aggiunto. Nella delegazione era presente anche Mary Robinson, presidente della Repubblica d'Irlanda dal 1990 al 1997. Fondato da Nelson Mandela 10 anni fa, il Gruppo si impegna nella promozione della pace e dei diritti umani ed è formato da leader mondiali ed ex uomini di Stato. Da qui il suo nome: “the Elders” (gli anziani). “Credo che per noi sia stato importante venire”, ha continuato Annan augurandosi che l'incontro di ieri sia il primo di una serie. Calore, affetto, senso dell'umorismo hanno scandito l'incontro con il Papa, ha riferito la Robinson: “Sono rimasta molto colpita – conclude – di quanto il Papa fosse rilassato tra di noi, come abbia scherzato come se fossimo un gruppo con il quale si sentiva a suo agio: proprio perché abbiamo in comune valori, propositi morali e problemi”.
La situazione in Myanmar
E' stato affrontato anche il tema della situazione in Myanmar, dove il Pontefice si recherà il prossimo 26 novembre. Annan ha infatti guidato la commissione di inchiesta Onu incaricata di investigare sulla situazione delle minoranze, in particolare di quella musulmana dei rohingya. Il rapporto Annan era stato salutato dai gruppi per i diritti umani come “una pietra miliare per le rivendicazioni della comunità rohingya“, mentre il capo delle forze armate del Myanmar, generale Min Aung Hlaing, aveva affermato che il testo contiene “alcuni difetti”. La leader democratica birmana Aung San Suu Kyi aveva dichiarato di rispettare il rapporto Annan, mentre i militari sembrano voler affossarlo, insieme al lavoro di riconciliazione svolto da Aung San Suu Kyi. Non a caso, gli scontri scoppiati ad agosto nel Rakhine si sono verificati il giorno dopo la presentazione del rapporto.