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Libia, l'appello del Papa: “Corridoi umanitari per i profughi”

Il corpo di Gesù crocifisso era come 'un sacco di misericordia' che, attraverso le piaghe, veniva a tutti noi”. E' un continuo invito a “non dimenticare le piaghe di Cristo” quello che Papa Francesco rivolge durante il Regina Coeli della domenica della Divina misericordia, per gran parte recitato a braccio davanti alla folla di fedeli in Piazza San Pietro. Per il Santo Padre, ricordando i tre doni di Gesù ai suoi apostoli dopo averli incontrati nel cenacolo, “la pace, la gioia e la missione apostolica”, annunciati proprio attraverso le parole “Pace a voi”. Il Risorto, infatti, “reca l’autentica pace, perché mediante il suo sacrificio sulla croce ha realizzato la riconciliazione tra Dio e l’umanità e ha vinto il peccato e la morte”. Ai suoi apostoli, fra i quali in quel momento non c'era Tommaso, egli mostra le sue piaghe perché si presenta vivo davanti a loro. Ed ecco il messaggio: “Egli – spiega il Pontefice – mostra le piaghe ed è come se dicesse: 'Questo è il prezzo che ho pagato per i miei fratelli'. Attraverso di esse lui intercede presso il Padre”.

Le piaghe

Attraverso questo insegnamento, è come se Gesù ci dicesse: “Ma se tu non sei in pace, tocca le mie piaghe”. Toccare le piaghe di Gesù, “che sono i tanti problemi, difficoltà persecuzioni, malattie, di tanta gente che soffre. Tu non sei in pace? Va, va a visitare qualcuno che è il simbolo della piaga di Gesù. Tocca la piaga di Gesù. Ma da quelle piaghe scaturisce la misericordia, per questo oggi è la domenica della misericordia”. Ecco perché “le piaghe di Gesù sono un tesoro, da lì esce la misericordia”. E a noi non resta che “essere coraggiosi e toccarle” ma, soprattutto, “non dimenticarle”.

Secondo e terzo dono

Il secondo dono, quello della gioia, viene descritto in modo semplice dall'evangelista: “I discepoli gioirono al vedere il Signore”. E' la risurrezione di Gesù il motivo più grande della loro gioia, ed è lì il dono di Gesù: regalare momenti di stupore e bellezza, laddove fino a poco prima c'erano dolore e sconforto. “I discepoli – spiega Papa Francesco – non potevano credere per la gioia. Questa è la gioia che ci porta Gesù. Se tu sei triste, se tu non sei in pace, guarda Gesù crocifisso, guarda Gesù risorto, guarda le sue piaghe e prendi quella gioia”. Si passa così al terzo dono, quello della missione: “Come il Padre ha mandato me, io mando voi”, dice Gesù ai suoi discepoli. La risurrezione, infatti, “è l’inizio di un dinamismo nuovo di amore, capace di trasformare il mondo con la potenza dello Spirito Santo”. Da qui, il richiamo “ad accostarci con fede a Cristo, aprendo il nostro cuore alla pace, alla gioia e alla missione”, senza però dimenticare le piaghe di Gesù, dalle quali “escono la pace, la gioia e la forza per la missione”.

La preghiera

Al termine dell'invocazione alla Madonna, il Santo Padre invita i fedeli a unirsi alla preghiera “per i profughi che si trovano nei centri di detenzione in Libia, la cui situazione, già molto grave, è resa ancora più pericolosa dal conflitto in corso. Faccio appello perché specialmente le donne, i bambini e i malati possano essere al più presto evacuati attraverso corridoi umanitari”. Una preghiera è stata rivolta anche alla popolazione del Sudafrica, colpita da una recente alluvione: “Anche a questi nostri fratelli non manchi la nostra solidarietà e il concreto sostegno della Comunità internazionale”.

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