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“Libertà religiosa a rischio”

Ad Ottawa è andata in scena la settima edizione del Forum parlamentare sulla libertà religiosa. Organizzato da David Anderson, deputato conservatore della provincia di Saskatchewan, l'evento si pone l'obiettivo di analizzare lo stato della libertà religiosa nel Paese nordamericano.

La denuncia

I lavori del gruppo predisposto a questo monitoraggio hanno fatto emergere una situazione preoccupante alla luce delle recenti decisioni giudiziarie e dei sondaggi sugli atteggiamenti nei confronti della religione. Padre Raymond De Souza, uno dei membri del team di lavoro ed editorialista del portale “Catholic Herald”, ha evidenziato come sia in atto nella società canadese “uno spostamento nella percezione della libertà religiosa” che da principio fondamentale comincia ad essere considerata sempre più “una posizione partigiana”. “Le libertà fondamentali non sembrano essere così fondamentali”, ha osservato il sacerdote dell'arcidiocesi di Kingston definendo “giustificata” la paura di chi teme possano essere in pericolo. Recentemente, infatti, in Canada è stato abolito l'Ufficio per la libertà religiosa. Una decisione contestata in Parlamento proprio dal deputato David Anderson, responsabile del partito conservatore sul tema dei diritti umani. Durante i lavori del forum sono state criticate le leggi pro-abortiste del governo di Trudeau ed è stato denunciato il presunto tentativo della maggioranza parlamentare di piegare la Costituzione alle sue convinzioni ideologiche.

Un Paese sempre più secolarizzato

Nel corso del forum, Ray Pennings, co-fondatore del think thank “Cardus”, ha illustrato i risultati di un sondaggio realizzato riguardo al rapporto dei canadesi con la fede religiosa. “L'86% dei canadesi – ha rivelato Pennings – ci dice che hanno pregato nell'ultimo mese”.”Non molte persone – ha spiegato – credono in Dio, quindi non siamo sicuri di chi stanno pregando”. I risultati mostrano che circa il 20% dei canadesi si dichiarano agnostici, il 30% è spiritualmente incerto, il 30% si proclama soltanto credente mentre un altro 20% è anche praticante. “Ai canadesi – ha osservato il fondatore del think thank – piacciono i benefici della religione senza, però, credere in Dio”

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