Dopo oltre sette mesi di detenzione di fatto da parte della polizia, è tornato ieri in libertà mons. Pietro Shao Zhumin, vescovo di Wenzhou (Zhejiang), riconosciuto dalla Santa Sede, ma non dal governo cinese. Ne dà notizia AsiaNews, che ha seguito costantemente la vicenda del presule preso in consegna il 18 maggio dello scorso anno da polizia della sicurezza e membri dell’Ufficio affari religiosi. Secondo fonti citate dal sito diretto da padre Cervellera, il vescovo non è ancora nella sua città, ma si trova a Xining (Qinghai), a circa 2500 km da Wenzhou.
Campagna di preghiera
Lo scorso 18 dicembre era stata lanciata una campagna di preghiera e digiuno dalla sua diocesi per la liberazione di mons. Shao Zhumin ma il suo caso già da tempo aveva assunto un rilievo internazionale. A giugno, con una nota del direttore della sala stampa vaticana Greg Burke, la S. Sede aveva espresso “grave preoccupazione” per il vescovo “forzatamente allontanato dalla sua sede episcopale ormai da tempo”. Per la sua liberazione si era speso anche l'ambasciatore tedesco a Pechino, Michael Clauss. A settembre era stato sottoposto a un intervento chirurgico a un orecchio a Pechino poi era stato portato a Xining per la convalescenza.
Le pressioni governative
Il vescovo, 54 anni, è stato sottoposto a forti pressioni affinché aderisse all'Associazione patriottica, la chiesa “ufficiale” controllata dal governo cinese, separata dalla sede apostolica. Come riporta AsiaNews, “davanti al suo diniego, agli inizi di dicembre, i rappresentanti degli affari religiosi gli hanno chiesto di firmare un foglio per sottoscrivere le quattro condizioni per ricevere il riconoscimento dal governo. Esse comprendono il suo sostegno al principio di una Chiesa indipendente; il sostegno all’auto-nomina e all’auto-ordinazione dei vescovi; la concelebrazione con un vescovo illecito, non riconosciuto dal Vaticano; il sottostare ai nuovi regolamenti religiosi che saranno varati a febbraio prossimo”. I rappresentanti del governo, tuttavia, non sono riusciti a piegare la ferma volontà di mons. Shao Zhumin di rimanere fedele a Roma.
A Wenzhou i cattolici sono circa 130.000, dei quali oltre 80.000 appartengono alla Chiesa sotterranea. Mons. Shao gode comunque dell'apprezzamento della comunità ufficiale.