“La corruzione, il feudalesimo politico che annienta la giustizia e il diritto, e gli interessi privati, settari o confessionali che ostacolano il cammino delle istituzioni pubbliche, a cominciare dagli organismi di controllo, rappresentano una lebbra sociale mortale”. Così si è espresso il Patriarca maronita Bechara Boutros Rai nel corso dell’omelia della messa celebrata domenica 5 marzo presso la sede patriarcale di Bkerkè, con un chiaro riferimento all’attuale situazione politica e sociale del Libano.
Incentrando l’omelia sull’episodio evangelico della guarigione del lebbroso, il Primate della Chiesa maronita ha deplorato anche il furto e lo spreco dei fondi statali e delle risorse pubbliche, la prassi endemica delle tangenti e l’imposizione di tributi, che minano anche “la volontà di investire e di finanziare progetti di sviluppo nella regione”.
Tra le altre piaghe nazionali enumerate nel corso della messa domenicale celebrata alla presenza dell’Arcivescovo Gabriele Caccia, Nunzio apostolico in Libano e riportata su Fides, il Patriarca ha ricordato il ritardo nell’approvazione del bilancio, gli ostruzionismi che impediscono di approvare una nuova legge elettorale, la negligenza nell’affrontare l’emergenza rifiuti. “Tutti questi fattori, e la prassi di una politica che ignora il bene del Paese” ha rimarcato il Cardinale maronita, “rappresentano una piaga mortale” per il Paese.
La Chiesa maronita è una Chiesa sui iuris patriarcale: è l’unica Chiesa d’Oriente rimasta sempre fedele alla Sede Apostolica. Riti e liturgia derivano dalla tradizione antiochena. La lingua liturgica tuttora adottata è il siriaco. La Chiesa è organizzata in 27 diocesi in 16 Paesi, tra i quali Libano, Siria, Cipro, Israele, Egitto, Palestina e Giordania.
Lo Stato libanese riconosce ufficialmente 18 confessioni: fra gli arabi cristiani, quelle maronita (cattolici), greco-ortodossa, greco-cattolica (melchita), armeno apostolica, armeno-cattolica, siriaco-ortodossa, siriaco-cattolica, protestante, copta, assira, caldea, e la cattolica di rito latino; fra i musulmani, le comunità sunnita, sciita, ismailita e, in aggiunta, le comunità alauita e drusa; infine, la comunità ebraica. Dal censimento del 1932, l’ultimo effettuato, la popolazione risultava divisa al 56% da cristiani (di cui il 32% maroniti) e al 44% da musulmani (15% sunniti, 22% sciiti, 7% drusi).