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Giornata per il Libano. Oggi Francesco come Wojtyla nel 1989. Don Buonaiuto: “Stop all’indifferenza”

La mobilitazione spirituale e diplomatica convocata dalla Santa Sede ĆØ l'occasione, secondo don Aldo Buonaiuto, per "richiamare l'attenzione internazionale sulla minaccia di un'escalation di violenza nel Paese ancora provato dalla devastante esplosione del 4 agosto al porto di Beirut"

Oggi si celebra la giornata universale di preghiera e digiuno per il Libano. “Invio un mio rappresentante in Libano per accompagnare la popolazione. AndrĆ  il Segretario di Stato a nome mio. E lui andrĆ , per esprimere la mia vicinanza e solidarietĆ . Offriamo la nostra preghiera per tutto il Libano e per Beirut – ha detto Francesco all’udienza generale -. Siamo vicini anche con lā€™impegno concreto della caritĆ , come in altre occasioni simili. Invito anche i fratelli e le sorelle di altre confessioni e tradizioni religiose ad associarsi a questa iniziativa nelle modalitĆ  che riterranno piĆ¹ opportune, ma tutti insieme”.

Un modello di accoglienza

Don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della ComunitĆ  Papa Giovanni XXIII e promotore dei corridoi umanitari nel Mediterraneo, evidenzia l’importanza storica del gesto con cui Papa Francesco riannoda i fili dell’azione diplomatica vaticana in Libano. Fu infatti san Giovanni Paolo II, nel 1989, a richiamare l’attenzione della ComunitĆ  internazionale sulla condizione di sofferenza del Paese dei cedri. “Il Libano ha un rifugiato ogni 4 abitanti ed ĆØ modello di accoglienza per l’intero Pianeta – afferma don Buonaiuto -. L’esigenza di predisporre corridoi umanitari nasce dal senso di umanitĆ  e dalla considerazione che senza vie legali per entrare in Europa si condannano migliaia di innocenti a consegnarsi ai mercanti di carne umana che si arricchiscono con il business criminale dei boat-people”.

Geopolitica della misericordia

Il sacerdote impegnato in prima linea nel soccorso e nell’accoglienza dei migranti sottolinea poi il rilievo dell’iniziativa della Santa Sede per “squarciare il velo di indifferenza che avvolge le infauste sorti del Mediterraneo orientale, abbandonato dalle cancellerie occidentali e schiacciato nel gioco degli interessi delle potenze regionali. In un Medio Oriente sempre piĆ¹ destabilizzato, la geopolitica della misericordia di Francesco accende un faro su una situazione che rischia di sfociare in una guerra civile permanente”.

Una preghiera attraverso la storia

Alla mobilitazione spirituale e diplomatica voluta da Papa Bergoglio si unisce la Chiesa locale che attraverso il patriarca di Antiochia dei Maroniti BĆ©chara RaĆÆ esprime la propria gratitudine e la convinzione che d’ora in poi nessuno potrĆ  fingere di ignorare la devastante divisione interna al Libano, sempre piĆ¹ ostaggio delle influenze di potere dei suoi ingombranti vicini mediorientali. “S. Giovanni Paolo II inviĆ² una lettera apostolica a tutti i vescovi cattolici del mondo chiedendo di consacrare una giornata di preghiera per il Libano. In quella famosa lettera diceva esattamente che il Libano ĆØ qualcosa di piĆ¹ di un Paese, ĆØ un messaggio di libertĆ , un esempio di pluralismo per l’Oriente come per l’Occidente… Ora il Santo Padre Francesco riprende questa iniziativa di preghiera per il Libano”, dichiara il cardinale a Vatican News.

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