L’escalation di tensione in Israele ha spinto 35 leaders religiosi americani a scrivere al presidente Donald Trump per sostenere e incoraggiare la ricerca di una soluzione pacifica del conflitto arabo-israeliano. “Crediamo sia possibile la pace tra Israele e Palestina” hanno scritto esponenti religiosi cristiani, musulmani ed ebrei secondo quanto riporta l’agenzia Sir.
Due Stati
A firmare la lettera, tra gli altri, ci sono mons. Oscar Cantú, vescovo di Las Cruses e presidente della Commissione giustizia e pace degli Stati Uniti, il vescovo emerito di Washington, McCormick, il vescovo della Chiesa ortodossa e di quella metodista, membri del clero di tutte le denominazioni cristiane, imam dodici rabbini a capo di sinagoghe e di organizzazioni ebraiche. Tutti insieme sostengono che “sulla base delle aspettative legittime e di lunga durata degli israeliani e dei palestinesi per l’autodeterminazione e la sicurezza nazionale, la soluzione di due Stati rappresenti ancora il modo più realistico per soddisfare gli interessi essenziali di entrambi i popoli e risolvere il conflitto”. I leaders religiosi affermano anche che nonostante “alcuni israeliani e alcuni palestinesi sostengano che uno Stato sia preferibile, i recenti sondaggi mostrano che la maggioranza dei popoli ancora desidera due Stati. Seguire la soluzione di un solo Stato porterebbe ulteriori anni di violenze” mentre “la realizzazione di una giusta pace tra israeliani e palestinesi avrebbe effetti positivi sia per i due popoli, sia per la regione mediorientale, sia per gli interessi Usa che per il mondo intero”.
Il custode di Terra Santa
Sugli scontri che stanno infiammando l’intera area (come dimostra l’assalto all’ambasciata israeliana di Amman, in Giordania), è intervenuto, sempre al Sir, padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, dopo l’appello lanciato domenica dal Papa all’Angelus. Il francescano, dopo aver ringraziato il Pontefice, ha detto che “pregare per la pace aiuta chi prega a maturare una coscienza di pace, che porta all’impegno per la pace. Ritengo molto importante anche l’invito alla moderazione e al dialogo” del Papa. “Alla moderazione – ha aggiunto – per evitare che la tensione e la violenza siano ulteriormente alimentate e al dialogo perché è lo strumento diplomatico, cioè pacifico, che aiuta a trovare punti di consenso e di compromesso che permettano alle parti in causa di uscire in modo onorevole da una situazione molto pericolosa”.