Papa Francesco ha fatto sapere, tramite la Segreteria di Stato, di accogliere benevolmente la richiesta presentata dal vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, che Papa Giovanni XXIII “torni a Bergamo”. A riferirlo è il Sir, l’agenzia d’informazione religiosa. L’annuncio è stato dato questa mattina presso la Curia di Bergamo. “Non si conoscono ancora i dettagli e la data precisa – puntualizza la diocesi in una nota -. Si presume che possa essere in occasione del 3 giugno del prossimo anno, giorno anniversario della morte. L’urna con il corpo del Santo Papa Buono giungerebbe in città e a Sotto il Monte per qualche giorno”.
A Bergamo a 60 anni dall’elezione
Papa Roncalli, prosegue la diocesi, torna a Bergamo nel 60° anniversario della sua elezione a Pontefice (avvenuta il 28 ottobre 1958), nel 55° anniversario dell’Enciclica “Pacem in Terris” (11 aprile 1963) e della sua morte (3 giugno 1963). La diocesi di Bergamo, si legge ancora nella nota, “ricorda poi quest’anno il 50° del nuovo Seminario Vescovile, intitolato proprio a Papa Giovanni e da lui voluto e sostenuto. Ne seguì personalmente la costruzione tramite il bergamasco cardinale Gustavo Testa. All’ingresso del Seminario, il maestro Attilio Nani (che aveva disegnato la Tiara regalata al Papa dai Bergamaschi), aveva immaginato in un grande affresco che Papa Giovanni XXIII arrivasse a Bergamo a inaugurarlo. Il desiderio che Papa Giovanni XXIII tornasse nella sua terra natale – oltre che espresso dallo stesso Pontefice confidenzialmente in più occasioni – è stato più volte manifestato da tanti fedeli al parroco di Sotto il Monte che lo ha raccolto ed è stato presentato a Papa Francesco insieme alla richiesta formale della diocesi”.
La vita di Papa Roncalli
Angelo Giuseppe Roncalli nacque a Sotto il Monte, il 25 novembre 1881. Venne battezzato lo stesso giorno, quartogenito di tredici figli. In parrocchia, sotto la guida dell’ottimo don Francesco Rebuzzini, ricevette una indelebile impronta ecclesiastica che l’avrebbe sorretto nelle difficoltà e animato nelle imprese apostoliche. Entrò nel Seminario di Bergamo nel 1892, dove rimase per gli studi classici e filosofici fino al secondo anno di teologia. Il 1° marzo 1896, il padre spirituale del Seminario di Bergamo, don Luigi Isacchì, lo ammise nell’Ordine Francescano Secolare di cui professò la Regola il 23 maggio 1897.
Gli studi
Dal 1901 al 1905 fu alunno del Pontificio Seminario Romano, godendo di una borsa di studio della diocesi di Bergamo per seminaristi meritevoli. Nel frattempo espletò per un anno il servizio militare. Venne ordinato sacerdote il 1° agosto 1904 a Roma, in Santa Maria in Monte Santo a Piazza del Popolo. Nel 1905 divenne segretario del nuovo Vescovo di Bergamo, mons. Giacomo Maria Radini Tedeschi. Fino al 1914 tenne tale ufficio, accompagnando il Vescovo nella visita pastorale, collaborando a molteplici iniziative pastorali. Alla morte del Vescovo nel 1914, don Angelo continuò il proprio ministero sacerdotale come insegnante in Seminario e nei diversi ambiti della pastorale soprattutto associativa.
Al lavoro in Vaticano
Nel 1921 fu chiamato a Roma da Benedetto XV come Presidente per l’Italia del Consiglio centrale della Pontificia Opera per la Propagazione della Fede, visitò molte diocesi d’Italia organizzando Circoli Missionari. Nel 1925 Pio XI lo nominò Visitatore Apostolico per la Bulgaria, elevandolo all’episcopato con il titolo di Areopoli. Scelse come motto episcopale “Obredientia et pax”, programma che lo accompagnò sempre. Ordinato Vescovo il 19 marzo 1925 a Roma, raggiunse Sofia il 25 aprile. Nominato successivamente primo Delegato Apostolico, rimase in Bulgaria fino al 1934, visitando le comunità cattoliche, intessendo rispettosi rapporti con le altre comunità cristiane. Fu presente con caritatevole sollecitudine durante il terremoto del 1928. Soffrì in silenzio incomprensioni e difficoltà di un ministero segnato dalla pastorale dei piccoli passi. Affinò la propria confidenza e l’abbandono in Gesù Crocifisso.
Gli anni da diplomatico in Turchia
Il 27 novembre 1935 venne nominato Delegato Apostolico in Turchia e Grecia. Il nuovo campo di lavoro era vasto e la Chiesa cattolica era presente in molte forme nella giovane repubblica turca, che si stava rinnovando e organizzando. Fu intenso il ministero verso i cattolici e lo stile di rispetto e di dialogo con il mondo ortodosso e musulmano lo contraddistinse. Allo scoppio della seconda guerra mondiale fu presente in Grecia devastata dai combattimenti. Cercò di offrire notizie sui prigionieri di guerra e mise in salvo molti ebrei servendosi del “visto di transito” della Delegazione Apostolica. Il 20 dicembre 1944 Pio XII lo nominò Nunzio Apostolico a Parigi.
Patriarca di Venezia
Il 12 gennaio 1953 fu creato Cardinale e il 25 promosso Patriarca a Venezia. Fu lieto di potersi dedicare per gli ultimi anni della sua vita al ministero diretto della cura d’anime, desiderio che lo aveva sempre accompagnato diventando prete. Fu pastore sapiente e intraprendente, sull’esempio dei santi pastori che aveva sempre venerato: San Lorenzo Giustiniani, primo Patriarca di Venezia, e San Pio X. Mentre l’età avanzava, aumentava la confidenza nel Signore, dentro una laboriosità pastorale attiva, intraprendente, gioiosa.
L’elezione al Soglio di Pietro
Alla morte di Pio XII fu eletto Papa il 28 ottobre 1958 e assunse il nome di Giovanni XXIII. Nel suo quinquennio papale, apparve al mondo come l’immagine autentica del Buon Pastore. Mite e soave, intraprendente e coraggioso, semplice e attivo compì i gesti cristiani delle opere di misericordia corporali e spirituali, visitando i carcerati e gli ammalati, accogliendo uomini di ogni nazione e di ogni fede, esercitando verso tutti uno squisito sentimento di paternità. Il suo magistero sociale è contenuto nelle Encicliche “Mater et magistra” (1961) e “Pacem in terris” (1963).
Il Concilio Vaticano II
Convocò il Sinodo Romano, istituì la Commissione per la revisione del Codice di Diritto Canonico, convocò il Concilio Ecumenico Vaticano II. Fu presente come Vescovo nella Diocesi di Roma, visitando parrocchie e chiese del centro storico e della periferia. Il popolo vide in lui un raggio della benignitas evangelica e lo chiamò «il Papa della bontà». Lo sosteneva un profondo spirito di preghiera; traspariva da lui, iniziatore di un rinnovamento nella Chiesa, la pace di chi confida sempre nel Signore. Si inoltrò decisamente sui sentieri della evangelizzazione, dell’ecurnenismo, del dialogo con tutti, avendo la paterna preoccupazione di raggiungere i suoi fratelli e figli maggiormente tribolati.
Gli ultimi anni
Morì la sera del 3 giugno 1963, all’indomani della Pentecoste, in profondo spirito di abbandono a Gesù, nel desiderio del suo abbraccio, circondato dalla preghiera corale del mondo, che pareva essersi raccolto intorno a lui, per respirare con lui nell’amore del Padre. Giovanni XXIII fu dichiarato beato da Papa Giovanni Paolo II, il 3 settembre 2000 in Piazza San Pietro, nel corso della Celebrazione del Grande Giubileo dell’anno 2000.