Dall’8 dicembre al 6 gennaio le case vengono invase da addobbi natalizi di tutti i tipi, dai più classici abeti di cui si può scegliere la versione sintetica o naturale ai presepi, i più pratici in versione “mignon” con una simbolica riproduzione della natività o quelli che con puntualità rappresentano la Betlemme dell’epoca, i personaggi del luogo e ogni più piccolo dettaglio che li rende degni di un premio oscar per la scenografia. Ma qual è l’origine di queste tradizioni capaci di riunire in festa adulti e bambini?
A portare l’abete nelle nostre case è un’antica usanza pagana: i celti fecero della pianta sempreverde un simbolo di vita da onorare. Anche i Romani usavano regalarsi un rametto dell’albero come augurio di buona fortuna alle calende di gennaio. Infine l’idea dell’abete come segno di vita eterna venne ripresa dai cristiani che ne fecero il simbolo di Cristo. In un testo del 1978 l’allora cardinal Ratzinger scrisse: ” Quasi tutte le usanze prenatalizie hanno la loro radice in parole della Scrittura. Il popolo dei credenti ha, per così dire, tradotto la scrittura in qualcosa di visibile. Gli alberi adorni del tempo di Natale non sono altro che il tentativo di tradurre in atto queste parole: Il Signore è presente, così sapevano e credevano i nostri antenati.”. Anche il suo predecessore Giovanni Paolo II dedicò due parole a questa tradizione: “L’abete sempre verde esalta il valore della vita, perché nella stagione invernale diviene segno della vita che non muore”. Facilmente l’albero natalizio si presta ad essere associato a Gesù Cristo, fonte, per i cristiani, della vita che non muore. Dunque nessun problema se l’albero “cattolico” trovasse radici comuni con il “frassino cosmico” Yggdrasil del mitologia nordica, dalle cui foglie sceglie un balsamo di vita e ai cui piedi si radunano gli dei per decidere le sorti degli uomini.
Il presepe invece ha una storia molto più chiara e definita. Possiamo con certezza affermare che il primo presepe risale alla notte del 1223 quando San Francesco d’Assisi volle rappresentare la nascita di Gesù Bambino, riproponendo ai fedeli riuniti per ascoltare la sua parola, la scena della grotta di Betlemme, in una piccola chiesetta a Greccio.
Fu il primo presepe vivente e la tradizione si è ripetuta nei secoli arrivando fino ai giorni nostri: numerosissime sono infatti in Italia e nel mondo le rievocazioni della Notte Santa. La raffigurazione della natività ha però origini ben più antiche, infatti i primi cristiani usavano dipingere le scene della nascita di Cristo nei luoghi del loro incontro, inizialmente le catacombe ed in seguito quando il cristianesimo poté essere professato liberamente, venne ad arricchire le pareti delle chiese in tutto il mondo.