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Le nuove tappe: modelli di spiritualità e cultura delle vocazioni

Rinnovare e approfondire la nostra relazione con i Santi, i Beati e i Servi di Dio della Famiglia vincenziana del mondo intero, considerandoli modelli della spiritualità e del carisma vincenziano” e “Rinnovare ed approfondire la 'cultura delle vocazioni'”: saranno queste le tappe che, come indicato dal Superiore generale padre Tomaz Mavric, CM, nella lettera “Alle soglie del quinto secolo del carisma vincenziano”, interesseranno il cammino della Famiglia Vincenziana. Un testo, quello di padre Mavric, “al contempo di lode e di ringraziamento per quanto fatto nel corso di questo giubileo che si conclude ufficialmente il 25 gennaio”. Tante e variegate le iniziative intraprese durante tale periodo, “alcune già trascorse – spiegano in un comunicato – come il Simposio Internazionale della Famiglia vincenziana a Roma, altre in corso di svolgimento come l’iniziativa globale della Famiglia vincenziana con i senza fissa dimora o, ancora, il pellegrinaggio della reliquia del cuore di San Vincenzo de Paoli e altre in procinto di realizzarsi, come il festival del film vincenziano, (“Trovare Vincenzo 400”, 18-21 ottobre 2018 a Castel Gandolfo), ufficialmente lanciato durante il Simposio a Roma.

“I Santi siano risorsa per nuove vocazioni”

Padre Mavric guarda al proseguimento del cammino della Famiglia Vincenziana nello spirito di San Vincenzo de Paoli “che ha risposto 'di più', quando gli è stato chiesto che cos’altro avrebbe voluto fare della sua vita”. Ecco dunque il riferimento ai santi della Famiglia Vincenziana al fine di considerarli modelli della spiritualità e del carisma vincenziano: per fare questo il Superiore Generale della Congregazione della Missione individua un percorso dato dal rilancio della venerazione e del ricorso all’intercessione dei Santi, dei Beati e dei Servi di Dio, innanzitutto nel loro luogo d'origine; dall’organizzazione di incontri per farli conoscere, di pellegrinaggi, di celebrazioni e dalla preghiera incessante per chiedere la canonizzazione di altri e nuovi candidati alla santità: “I Santi, i Beati e i Servi di Dio… parlano, o possono parlare, ai bambini, ai giovani, agli adulti e a tutti i nostri contemporanei, in questo momento storico, come modelli di santità. Essi sono, inoltre, una risorsa per nuove vocazioni alla vita consacrata o per l’impegno attivo di laici nei diversi rami della Famiglia vincenziana, nella missione di Gesù, nella missione della Chiesa”.

Gesù al primo posto

Ecco dunque il secondo punto sottolineato da padre Tomaz che invita “a lavorare insieme per una rinnovata cultura delle vocazioni”. Spiega infatti il Superiore Generale che “quando cerchiamo una spiegazione della diminuzione delle vocazioni nella vita consacrata, della partecipazione attiva di giovani e adulti nella vita della Chiesa e della fede in certe regioni del mondo, spesso emergono i seguenti motivi: il consumismo, il materialismo, l’individualismo, l’egoismo, la laicizzazione sistematica della società… Possiamo parlare anche di una 'anti-cultura delle vocazioni'. Vorrei invitare tutti noi ad unire le nostre forze per far scoprire ai bambini, ai giovani e agli adulti di oggi, influenzati da questa 'anti-cultura delle vocazioni', la bellezza, l’attrattiva e il senso che assume la vita quando si risponde con un 'sì' deciso alla chiamata di Gesù!”. Questo proposito vale per tutti perché, sottolinea padre Mavric, “cultura delle vocazioni significa un ambiente in cui tutte le persone possono scoprire e riscoprire la loro ragione di esistere su questa terra, il senso della loro vita, la missione che sono chiamate a compiere, la chiamata a cui sono invitate a rispondere. La cultura delle vocazioni mette Gesù al primo posto, indipendentemente se la vocazione sia lo stato laico o la vita consacrata”.

L’attenzione a questo tema pone la grande Famiglia Vincenziana in piena sintonia con il prossimo Sinodo, come evidenzia il Superiore Generale nel concludere la lettera: “L'inizio del quinto secolo del carisma vincenziano ci doni una nuova opportunità per intensificare i nostri sforzi a favore di una cultura delle vocazioni. Questo è inoltre in sintonia con il tema del Sinodo dei Vescovi di quest'anno, che avrà luogo nel mese di ottobre a Roma: 'I giovani, la fede e il discernimento vocazionale'”.

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