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“Lavoro fondamentale per la dignità”

Celebriamo san Giuseppe lavoratore ricordandoci sempre che il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità della persona“. E' il tweet di Papa Francesco sul suo account Twitter @Pontifex, seguito da circa 50 milioni di follower in tutto il mondo. Un “cinguettio” che sintetizza con poche parole l'insegnamento costante del S. Padre sul tema del lavoro.

Che resta senza dubbio una delle preoccupazioni più grandi della Chiesa in Italia, basti pensare alla Settimana sociale dei cattolici di Cagliari o al messaggio dei vescovi in occasione della giornata odierna, che riprende proprio le parole pronunciate dal Papa il 27 maggio dello scorso anno all'Ilva di Genova in cui aveva esortato a ritrovare “una cultura che stima la fatica e il sudore“, senza la quale “non ritroveremo un nuovo rapporto col lavoro e continueremo a sognare il consumo di puro piacere. Il lavoro è il centro di ogni patto sociale: non è un mezzo per poter consumare”.

“Il lavoro ci dà dignità – aveva affermato ancora il Pontefice durante un'udienza di alcuni mesi fa – Chi per manovre economiche, per fare negoziati non del tutto chiari chiude fabbriche, chiude imprese e toglie il lavoro agli uomini fa un peccato gravissimo“. E ancora nel videomessaggio per la Settimana di Cagliari aveva affermato che “senza lavoro non c'è dignità” ma “non tutti i lavori sono lavori degni“, perché prima di tutto c'è il bene della persona: “Ci sono lavori che umiliano la dignità delle persone”.

E nello stesso solco si muovono i vescovi italiani, che nel loro documento denunciano un fenomeno che si sta pericolosamente ampliando, quello dei “lavoratori poveri”: “Se un tempo il lavoratore povero era una contraddizione in termini, oggi l’indebolimento della qualità e della dignità del lavoro porta al paradosso che avere lavoro (che molte volte rischia di essere un lavoretto saltuario) non è più condizione sufficiente per l’uscita dalla condizione di povertà“. Per questo la Cei ha individuato “tre urgenze fondamentali: rimozione degli ostacoli per chi il lavoro lo crea, istituzioni formative all’altezza delle sfide, una rete di protezione per i soggetti più deboli”.

Con l'auspicio che dalla denuncia si passi presto a soluzioni concrete che trasformino la ripresa economica complessiva in aumento di posti di lavoro dignitosi.

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