Nel mondo della finanza “è essenziale” “rimanere liberi dal fascino del denaro, dalla schiavitù in cui esso rinchiude quanti gli rendono un culto”. Ma soprattutto abbiate “la forza e il coraggio di non obbedire ciecamente alla mano invisibile del mercato”. E’ l’esortazione che Papa Francesco rivolge ai giovani studenti francesi dell’“Institution des Chartreux”, scuola cattolica di Lione. Il Pontefice invita i ragazzi a lasciare la propria “impronta nella storia”, senza però dimenticare lo sguardo rivolto all’uomo, perché “anche se questo mondo si aspetta da voi il successo, datevi il tempo per costruire ponti tra gli uomini, per aggiungere la vostra pietra all’edificazione di una società più giusta e più umana”.
Liberi dalla schiavitù del denaro
Accogliendoli nella Sala Clementina, il Papa ricorda agli studenti l’impegno che hanno assunto nel frequentare “un corso di studi che prepara a entrare in grandi scuole commerciali”, un cammino che, al momento giusto, “permetterà di svolgere una professione nel mondo della finanza internazionale“. Contento del fatto che la formazione accademica di questi giovani “comprende anche una forte dimensione umana, filosofica e spirituale”, il Pontefice fa notare come sia “essenziale che, fin da ora e nella vostra vita professionale futura, impariate a rimanere liberi dal fascino del denaro, dalla schiavitù in cui il denaro rinchiude quanti gli rendono un culto”. Allo stesso tempo è importante acquisire già da oggi “la forza e il coraggio di non obbedire ciecamente alla mano invisibile del mercato“. Da qui l’invito a “diventare promotori e difensori di una crescita nell’equità, artigiani di un’amministrazione giusta e adeguata della nostra casa comune, cioè il mondo”.
Costruttori di ponti
Stando a Roma si può ammirare “la storia che ha segnato fortemente il sorgere delle nazioni europee”. Come “il genio degli uomini e le speranze che essi hanno coltivato e sono stati capaci di realizzare, abbiate a cuore, anche voi, di lasciare la vostra impronta nella storia”. I giovani hanno “la capacità di decidere del loro futuro“. Una frase che il Papa ripete più volte, prima di esortare nuovamente i ragazzi “a diventare responsabili di questo mondo e della vita di ogni uomo”, senza dimenticare “mai che ogni ingiustizia contro un povero è una ferita aperta, e sminuisce la vostra stessa dignità”. La società odierna si aspetta che puntiate al successo, aggiunge il Pontefice, ma “datevi i mezzi e il tempo per percorrere i sentieri della fraternità, per costruire ponti tra gli uomini piuttosto che muri, per aggiungere la vostra pietra all’edificazione di una società più giusta e più umana“.
“L’uomo sorpassa l’uomo”
Infine, il Papa invita quanti sono credenti “a rimanere sempre uniti al Signore Gesù con la preghiera, per imparare ad affidare tutto a Dio, e così non soccombere alla tentazione dello scoraggiamento o della disperazione”. Ma il suo pensiero non esclude chi non è cristiano, e a loro si rivolge “con rispetto e affetto” dicendo: “non dimenticate mai, nello sguardo rivolto sugli altri e su voi stessi, che ‘l’uomo sorpassa infinitamente l’uomo’ (Blaise Pascal, Pensieri, frammento 122). E vi incoraggio tutti a lavorare per il bene, per diventare umilmente seme di un mondo nuovo”. E dopo la benedizione, il saluto in francese: “Merci beaucoup!“.