Essere attenti e vigilanti sono le condizioni per permettere a Dio di irrompere nella nostra esistenza, per restituirle significato e valore con la sua presenza piena di bontà e di tenerezza”. Così Papa Francesco esorta i fedeli accorsi in piazza San Pietro per la preghiera dell'Angelus. Commentando le letture proposte dalla liturgia odierna, il Pontefice ricorda il significato dell'Avvento, “il tempo che ci è dato per accogliere il Signore che ci viene incontro, per verificare il nostro desiderio di Dio, per guardare avanti e prepararci al ritorno di Cristo”. Infine, prega per il Myanmar e il Bangladesh, Paesi appena visitati nel suo viaggio apostolico in Asia, e per l'Honduras.
Vigilanza e attesa
L'Avvento ci introduce alla festa del Natale, “quando faremo memoria della venuta storica nell’umiltà della condizione umana di Cristo”, afferma il Papa. Ma non solo. E spiega: Gesù “viene dentro di noi ogni volta che siamo disposti a riceverlo, e verrà di nuovo alla fine dei tempi per 'giudicare i vivi e i morti'”. Ecco il motivo per cui i cristiani devono essere “sempre vigilanti e attendere il Signore con la speranza di incontrarlo”. Ed è proprio questo “tema suggestivo” della “vigilanza e dell’attesa” che emerge dalla liturgia di questa prima domenica. Nel Vangelo (cfr Mc 13,33-37), “Gesù ci esorta a fare attenzione e a vegliare, per essere pronti ad accoglierlo nel momento del suo ritorno”.
Andare oltre le cose superficiali
Il Pontefice passa poi a descrivere l'identikit della “persona vigilante”. Secondo Bergoglio, essa è quella che “nel rumore del mondo, non si lascia travolgere dalla distrazione o dalla superficialità, ma vive in maniera piena e consapevole, con una preoccupazione rivolta anzitutto agli altri”. Con questo atteggiamento, prosegue, “ci rendiamo conto delle lacrime e delle necessità del prossimo e possiamo coglierne anche le capacità e le qualità umane e spirituali”. Non solo: la persona “attenta” “si rivolge anche al mondo, cercando di contrastare l’indifferenza e la crudeltà presenti in esso, e rallegrandosi dei tesori di bellezza che pure esistono e vanno custoditi”. In questa maniera si riesce ad “avere uno sguardo di comprensione per riconoscere sia le miserie e le povertà degli individui e della società, sia la ricchezza nascosta nelle piccole cose di ogni giorno, proprio lì dove il Signore ci ha posto”. Spiega poi cosa significa essere vigilante, ovvero accogliere “l’invito a vegliare, cioè a non lasciarsi sopraffare dal sonno dello scoraggiamento, della mancanza di speranza, della delusione; e nello stesso tempo respinge la sollecitazione delle tante vanità di cui trabocca il mondo e dietro alle quali, a volte, si sacrificano tempo e serenità personale e familiare“.
Dio nella nostra vita
“Essere attenti e vigilanti sono i presupposti per non continuare a 'vagare lontano dalle vie del Signore', smarriti nei nostri peccati e nelle nostre infedeltà”, conclude il Papa. Esse “sono le condizioni per permettere a Dio di irrompere nella nostra esistenza, per restituirle significato e valore con la sua presenza piena di bontà e di tenerezza”. Poi la preghiera alla Vergine: “Maria Santissima, modello nell’attesa di Dio e icona della vigilanza, ci guidi incontro al suo figlio Gesù, ravvivando il nostro amore per Lui”.
Il viaggio in Asia
Nel salutare i tanti fedeli che affollano piazza San Pietro, Papa Francesco ricorda il viaggio, appena concluso in Myanmar e Bangladesh: “Ringrazio tutti coloro che mi hanno accompagnato con la preghiera, e invito ad unirsi al mio rendimento di grazie al Signore, che mi ha concesso di incontrare quelle popolazioni, in particolare le comunità cattoliche, e di essere edificato dalla loro testimonianza. E’ impresso in me il ricordo di tanti volti provati dalla vita, ma nobili e sorridenti. Li porto tutti nel cuore e nella preghiera”. In mattinata, il Papa si è recato nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore per rendere omaggio all'icona della Salus populi romani, dopo il suo viaggio in Myanmar e Bangladesh. Francesco, che ha deposto dei fiori bianchi sotto l’antica immagine, è rientrato in Vaticano ieri sera dopo una settimana in Asia.
La preghiera per l'Honduras
Il pensiero di Bergoglio è poi per il popolo dell’Honduras, “perché possa superare in maniera pacifica l’attuale momento di difficoltà”. In Honduras, infatti, la tensione alle stelle: è in vigore il coprifuoco, misura presa a seguito delle proteste dopo il ballottaggio presidenziale di domenica. Secondo i media locali, nel corso di scontri con la polizia o fra gruppi politici avversari, in due giorni sono morte sette persone e una ventina sono rimaste ferite. Al momento il bilancio non è confermato dalle autorità ma secondo i media honduregni cinque hanno perso la vita a San Pedro Sula, uno a La Ceiba e uno nella capitale, Tegucigapa. Infine, la preghiera per la Romania, che oggi celebra la festa nazione. Poi, in tradizionale saluto: “A tutti auguro una buona domenica e un buon cammino di Avvento. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.