Questa mattina, dopo l’udienza generale, l’arcivescovo cattolico di Armenia, Georgia e Russia a Erevan ha consegnato al papa un dossier di 1.120 pagine sul genocidio degli armeni. Il pontefice “lo ha ricevuto commosso e mi ha detto che la preghiera e la solidarietà umana sono la sua forza”, ha dichiarato l’arcivescovo.Il libro è una documentazione bibliografica sul genocidio degli armeni, con fonti storiche ed ecclesiali raccolte in tutto il mondo in questi anni, in tutte le lingue, culture e fedi religiose. Comprende inoltre pubblicazioni, conferenze, tesi, testimonianze, costituendo una sorta di “enciclopedia” sullo sterminio.
Monsignor Minassian commenta poi le dure reazioni turche alle affermazioni del Papa, dicendo che “lui si è sacrificato per la giustizia, per la verità, per i diritti umani e soprattutto per le vittime innocenti”. Il sommo pontefice ha infatti sempre parlato di umanesimo, di ricociliazione, dialogo religioso e interculturale: “che venga criticato e addirittura accusato o minacciato è un vero e proprio atto di ingratitudine – prosegue – oltre che una menzogna” da parte della massime autorità della Turchia e di un certo mondo politico”.
Tutto il mondo armeno è grato al Papa, “perchè per cento anni questa popolazione ha sempre chiesto giustizia e diritto, ma il mondo politico li ascoltava con un orecchio sordo – lamenta la guida spirituale dei cattolici – ora speriamo che dopo le parole di Francesco si mobiliti la stessa Unione Europea”.
Davanti alle reazioni di Ankara, “dovremmo forse dire di no, negare la verità storica, soltanto perchè la Turchia protesta e minaccia? – si chiede l’arcivescovo di Armenia – Non si può fare. Il Papa lo ha detto chiaramente: la Chiesa deve parlare con chiarezza e in libertà”. Alla fine monsignor Minassian ringrazia Papa Francesco per il suo coraggio, per il suo senso di giustizia, che sicuramente si manifesterà anche per altre cause