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L'appello del Papa contro i venti di guerra

E'un appello che riguarda tutti quello che Papa Francesco lancia dalla finestra che affaccia su Piazza San Pietro, invocando la via della pace e del dialogo in tutti quei contesti globali dove infuriano venti di guerra: “In tante parti del mondo – ha detto il Santo Padre – si sente una terribile aria di tensione. La guerra porta solo morte e distruzione. Chiamo tutte le parti a mantenere accesa la fiamma del dialogo e dell’autocontrollo e di scongiurare l’ombra dell’inimicizia”. Una preghiera che arriva nella seconda domenica del Tempo di Natale, in cui i Vangeli ci chiamano e ci aiutano “ad allargare lo sguardo, per avere una piena consapevolezza del significato della nascita di Gesù”. Nel Porlogo di San Giovanni, ci viene mostrata “la novità sconvolgente: il Verbo eterno, il Figlio di Dio, 'si fece carne'. Non solo è venuto ad abitare tra il popolo, ma si è fatto uno del popolo, uno di noi! Dopo questo avvenimento, per orientare la nostra vita non abbiamo più soltanto una legge, una istituzione, ma una Persona, una Persona divina, Gesù, che ci orienta la vita, ci fa andare sulla strada perché Lui l’ha fatta prima”.

La rivelazione

Qual è la vocazione fondamentale che ognuno di noi trova nel disegno d'amore realizzato in Cristo? “Così dice Paolo: siamo predestinati ad essere figli di Dio per opera di Gesù Cristo. Il Figlio di Dio si fece uomo per fare noi, uomini, figli di Dio. Per questo il Figlio eterno si è fatto carne: per introdurci nella sua relazione filiale con il Padre”. In sostanza, la liturgia odierna “ci dice che il Vangelo di Cristo non è una favola, non è un mito, un racconto edificante, no. Il Vangelo di Cristo è la piena rivelazione del disegno di Dio, del disegno di Dio sull’uomo e sul mondo. È un messaggio nello stesso tempo semplice e grandioso, che ci spinge a domandarci: quale progetto concreto ha posto in me il Signore, attualizzando ancora la sua nascita in mezzo a noi?”. Una risposta che ci suggerisce ancora san Paolo: “Dio ci ha scelti per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità”.

Immacolati

Ecco spiegato, ha detto Papa Francesco, “il significato del Natale: se il Signore continua a venire in mezzo a noi, se continua a farci dono della sua Parola, è perché ciascuno di noi possa rispondere a questa chiamata: diventare santi nell’amore. La santità è appartenenza a Dio, è comunione con Lui, trasparenza della sua bontà infinita. La santità è custodire il dono che Dio ci ha dato. Soltanto questo: custodire la gratuità. Questo è essere santo”. E “chi accoglie in sé la santità come dono di grazia, non può non tradurla in azione concreta nel quotidiano… Questa carità, questa misericordia verso il prossimo, riflesso dell’amore di Dio, al tempo stesso purifica il nostro cuore e ci dispone al perdono, rendendoci giorno dopo giorno 'immacolati'… nel senso che Dio entra in noi, il dono, la gratuità di Dio entra in noi e noi la custodiamo e la diamo agli altri”.

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