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“La vera rivoluzione di oggi è nel dialogo tra giovani e anziani”

‘I vecchi sogneranno e i giovani profetizzeranno’. E questa è la ricetta rivoluzionaria di oggi”. Nella seconda tappa della sua visita in Emilia-Romagna, il Papa incontra nella Cattedrale di Cesena i sacerdoti, i religiosi e i laici di questa diocesi. Dopo il saluto del vescovo, mons. Douglas Regattieri, il Papa spiega il motivo della sua presenza: “Sono qui per esprimere anzitutto vicinanza all’impegno di evangelizzazione portato avanti da questa comunità ecclesiale. Questa è la principale missione dei discepoli di Cristo: annunciare e testimoniare con gioia il Vangelo”. Per il Papa, “l’evangelizzazione è più efficace quando è attuata con unità di intenti e con una collaborazione sincera tra le diverse realtà ecclesiali e tra i diversi soggetti pastorali“. Pone al centro della sfida pastorale della Chiesa i giovani, protagonisti del prossimo Sinodo. Quindi raccomanda: “Dobbiamo imparare a fare in modo che i giovani colloquino con gli anziani, che vadano da loro”. E a braccio aggiunge: “Che i vecchi non entrino in quella strada di dire: ‘Ma sono cose passate, tutto è arrugginito …’. No! Sogna! E il sogno del vecchio farà che il giovane vada avanti, che si entusiasmi, che sia profeta“. “Mi raccomando, voi, nelle vostre comunità, nelle vostre parrocchie, nei vostri gruppi, cercate che ci sia questo dialogo. Questo dialogo farà miracoli”.

L’attenzione ai giovani

Tra quanti hanno più bisogno di sperimentare l’amore di Gesù, ci sono i giovani. Grazie a Dio, i giovani sono parte viva della Chiesa e possono comunicare ai coetanei la loro testimonianza”. Il Papa, e la Chiesa, contano “molto su di loro”, consapevoli “delle loro grandi risorse, della loro attitudine al bene, al bello, alla libertà autentica e alla giustizia“. Tuttavia, “hanno bisogno di essere aiutati a scoprire i doni di cui il Signore li ha dotati, incoraggiati a non temere dinanzi alle grandi sfide del momento presente. Per questo incoraggio a incontrarli, ad ascoltarli, a camminare con loro, perché possano incontrare Cristo e il suo liberante messaggio di amore”. Bergoglio incoraggia i sacerdoti a proseguire nel loro lavoro “con le famiglie e per la famiglia”, perché “una Chiesa attenta ai giovani è una Chiesa famiglia di famiglie“.

Il ruolo dei sacerdoti

Educare all’affettività. E’ questo il “lavoro che il Signore ci chiede di fare in modo particolare in questo tempo, che è un tempo difficile sia per la famiglia come istituzione e cellula-base della società, sia per le famiglie concrete, che sopportano buona parte del peso della crisi socio-economica senza ricevere in cambio un adeguato sostegno”, dice il Papa rivolgendosi direttamente ai sacerdoti. “Quando la situazione è difficile, Dio fa sentire la sua vicinanza, la sua grazia, la forza profetica della sua Parola – aggiunge -. E noi siamo chiamati ad essere testimoni, mediatori di questa vicinanza alle famiglie e di questa forza profetica per la famiglia”. Poi, braccio, dice: “Quando io confesso e viene una donna, un uomo giovane e mi dice che è stanco, che perde la pazienza con i figli perché ha tanto da fare, la prima domanda che gli faccio è questa: ‘Ma quanti figli ha?’, e dicono due, tre, non so … E poi faccio un’altra domanda: ‘Lei gioca con i suoi figli?’. E tante volte ho sentito dai genitori, soprattutto dai papà: ‘Padre, quando io esco da casa, loro ancora dormono e quando torno, sono a letto’. Questa situazione socio-economica chiude il bel rapporto dei genitori con i figli. Dobbiamo lavorare perché questo non accada, perché i genitori possano perdere il tempo giocando con i loro figli: questo è importante!”. Ecco allora il ruolo dei sacerdoti: “A voi in modo speciale è affidato il ministero dell’incontro con Cristo; e questo presuppone il vostro incontro quotidiano con Lui, il vostro essere in Lui. Vi auguro di riscoprire continuamente, nelle diverse tappe del cammino personale e ministeriale, la gioia di essere preti”.

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