Secondo giorno di lavoro per i partecipanti al Summit sulla protezione dei minori e secondo briefing nell'Istituto Patristico Augustinianum di Roma. Presenti, accanto al direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede Alessandro Gisotti, al moderatore dell'Incontro padre Federico Lombardi, anche il prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Paolo Ruffini, l'Arcivescovo di Chicago, Card. Blase Cupich, l'Arcivescovo di Malta, monsignor Charles Scicluna e l'Arcivescovo di Boston, Card. Sean O'Malley.
Il coraggio dei sopravvissuti
Il prefetto Ruffini ha elencato quelli che sono stati i temi discussi nella mattinata di oggi dai partecipanti. La parola è poi passata al Cardinale Cupich che ha voluto sottolineare l'importanza per i Vescovi dell'incontro con le vittime sopravvissute. “Molti Vescovi – ha osservato l'Arcivescovo di Chicago – non avevano fatto questa esperienza ed è un'esperienza che cambia la vita“. “Siamo qui – ha detto il porporato americano – grazie al coraggio dei sopravvissuti. Ho sentito che ci tengono ed ogni storia è specifica, ma quello che succede in una parte della terra, ci riguarda tutti”.
Sinodalità e collegialità
Sinodalità e collegialità sono stati i due temi al centro delle relazioni mattutine. Monsignor Scicluna ha sostenuto che queste sono “due parole su cui soffermarsi”. Per spiegare il concetto di collegialità, l'Arcivescovo di Malta ha detto: “Noi Vescovi contribuiamo al benessere della Chiesa e rendiamo conto al Collegio, a capo di cui c'è il Santo Padre”. Mentre sulla sinodalità ha affermato: “Noi rendiamo conto alla nostra gente quindi dobbiamo esercitare la nostra missione, dare testimonianza di vita senza zone d'ombra”. Aggiungendo, inoltre che la “partecipazione dei laici nel nostro discernimento è fondamentale per l'essere e il benessere della Chiesa”.
Obbligo di denuncia
Sull'obbligo di denuncia, monsignor Scicluna ha ricordato come si ancora valida la circolare del 2001 della Congregazione per la dottrina della fede in base a cui questo scatta laddove previsto dalla legge civile. A sua volta, il Cardinale O'Malley ha menzionato l'esperienza degli Stati Uniti, dove i Vescovi hanno scelto – nonostante le diverse leggi a secondo degli Stati – di denunciare in ogni caso alle autorità civili, sentendo come “obbligo morale” quello della condivisione.
Caso McCarrick
Durante il briefing non sono mancate domande su Theodore McCarrick, l'ex Cardinale americano accusato di abusi e spretato sabato scorso dalla Santa Sede. Sia O'Malley che Cupich hanno definito la sua vicenda come uno dei “momenti più tristi e vergognosi della storia della Chiesa americana”. Richiamandosi alla relazione presentata oggi al Summit, l'Arcivescovo di Chicago ha parlato dell'idea di una partecipazione maggiore dei laici come forma di prevenzione e come garanzia di trasparenza. D'altra parte, ha ribadito il Cardinale O'Malley, non c'è più spazio per silenzi ed ambiguità su questi crimini: “La trasparenza – ha detto l'Arcivescovo di Boston – rappresenta il nostro futuro”.