Cinque progetti per cinque settimane di Quaresima. È dedicata interamente alla Piana di Ninive la campagna quaresimale di Aiuto alla Chiesa che Soffre del 2018. Un fronte quello della ricostruzione dei villaggi cristiani liberati dallo Stato Islamico, che vede la Fondazione pontificia come prima associazione nel mondo in termini di sostegno alle comunità cristiane.
“La presenza dei cristiani è determinante in Medio Oriente per il dialogo tra tutte le comunità – afferma il direttore di Acs-Italia, Alessandro Monteduro – Anche grazie al nostro sostegno, si sono raggiunti risultati impensabili soltanto un anno fa”. Le famiglie già rientrate a fine 2017 erano infatti 6.330, il 33% della popolazione cristiana della Piana di Ninive. Dodici mesi orsono, Monteduro ha guidato una delegazione italiana della Fondazione in visita nel Nord iracheno. “Il villaggio di Batnaya, a pochi chilometri da Mosul, era totalmente distrutto e nessuno di noi avrebbe mai creduto che le famiglie cristiane vi avrebbero mai fatto ritorno”.
Ed invece uno dei cinque progetti proposti da Acs ai propri benefattori per questa Quaresima è proprio la ricostruzione di 520 abitazioni cristiane a Batnaya. Tra gli altri aiuti vi è la donazione di impianti idrici che porteranno l’acqua potabile in 115 case a Qaraqosh, un tempo simbolo della cristianità in Iraq che oggi si sta ripopolando di fedeli. Un altro intervento di carattere strutturale è previsto a Tellskuf, il villaggio dove è già rientrato il 67% delle 1.500 famiglie che vi abitavano fino all’agosto 2014. Qui Acs donerà impianti elettrici a 69 case per consentire alle famiglie di poter svolgere le normali attività quotidiane.
La Fondazione non poteva ovviamente dimenticare gli edifici religiosi, in gran parte distrutti e profanati da Isis. A Bashiqa, Acs restaurerà il convento di San Reginaldo delle Suore domenicane di Santa Caterina da Siena. Le religiose potranno così riprendere la formazione dei bambini alla Prima Comunione e il catechismo domenicale. A Bartella, invece, sarà ricostruita la Chiesa di Santa Shmuni, affinché la locale comunità possa nuovamente avere un luogo in cui pregare.