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La preghiera del Papa per l'Afghanistan

L'Angelus domenicale è stato l'occasione per Papa Francesco di pregare e chiedere pace per il martoriato Afghanistan, dove ieri c'è stata l'ennesima carneficina. Dopo la preghiera mariana, il S. Padre ha espresso il suo cordoglio: “Ieri è giunta dall’Afghanistan la dolorosa notizia della terribile strage terroristica compiuta nella capitale Kabul, con più di cento morti e numerosi feriti (il bilancio è salito a 103 vittime e 235 feriti, ndr). Pochi giorni fa un altro grave attentato, sempre a Kabul, aveva seminato terrore e morte in un grande albergo. Fino a quando il popolo afghano dovrà sopportare questa disumana violenza? Preghiamo in silenzio per tutte le vittime e per le loro famiglie; e preghiamo per quanti, in quel Paese, continuano a lavorare per costruire la pace”.

Il Pontefice, dopo aver ricordato che oggi si celebra oggi la Giornata mondiale dei malati di lebbra, ha salutato la Carovana della Pace dei ragazzi e ragazze dell’Azione Cattolica della Diocesi di Roma. “Spero che oltre a fare rumore sappiate fare cose buone, eh” ha scherzato il Papa prima di proseguire: “Cari ragazzi, anche quest’anno, accompagnati dall’Arcivescovo Vicario, dai vostri genitori ed educatori e dai sacerdoti assistenti, siete venuti numerosi al termine della 'Carovana della Pace'. Vi ringrazio per questa iniziativa. Non stancatevi di essere strumenti di pace e di gioia tra i vostri coetanei!”. Poi due ragazzi hanno letto il messaggio al termine del quale sono stati lanciati in aria dei palloncini colorati. “Avete visto questi palloncini? – ha commentato il Papa – Quando ci comportiamo male, quando la vita non è quella che Gesù vuole, le nostre preghiere non arrivano, e per questo deve venire un aiuto per farle andare su… Quando sentite che le vostre preghiere non salgono, cercate l'aiuto di qualcuno“.

In precedenza il Papa aveva commentato il Vangelo della domenica che “fa parte della più ampia narrazione indicata come la 'giornata di Cafarnao'. Al centro dell’odierno racconto sta l’evento dell’esorcismo, attraverso il quale Gesù è presentato come profeta potente in parole e in opere”. Francesco ha rilevato che Gesù “insegna come uno che ha autorità, rivelandosi così come l’Inviato di Dio, e non come un semplice uomo che deve fondare il proprio insegnamento sulle tradizioni precedenti. Gesù ha una piena autorevolezza”. Ma allo stesso tempo “Gesù si rivela potente anche nelle opere. Nella sinagoga di Cafarnao c’è un uomo posseduto da uno spirito immondo, che si manifesta gridando queste parole: 'Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!'” Poi, a braccio, ha aggiunto: “E il diavolo dice la verità: Gesù è venuto per rovinare il demonio, per vincerlo“.

“La potenza di Gesù conferma l’autorevolezza del suo insegnamento – ha proseguito il Papa – Egli non pronuncia solo parole, ma agisce. Così manifesta il progetto di Dio con le parole e con la potenza delle opere. Nel Vangelo, infatti, vediamo che Gesù, nella sua missione terrena, rivela l’amore di Dio sia con la predicazione sia con innumerevoli gesti di attenzione e soccorso ai malati, ai bisognosi, ai bambini, ai peccatori. Gesù è il nostro Maestro, potente in parole e opere. Gesù ci comunica tutta la luce che illumina le strade, a volte buie, della nostra esistenza; ci comunica anche la forza necessaria per superare le difficoltà, le prove, le tentazioni. Pensiamo a quale grande grazia è per noi aver conosciuto questo Dio così potente e così buono! Un maestro e un amico, che ci indica la strada e si prende cura di noi, specialmente quando siamo nel bisogno. La Vergine Maria, donna dell’ascolto, ci aiuti a fare silenzio attorno e dentro di noi, per ascoltare, nel frastuono dei messaggi del mondo, la parola più autorevole che ci sia: quella del suo Figlio Gesù, che annuncia il senso della nostra esistenza e ci libera da ogni schiavitù, anche da quella del Maligno”

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