La nuova legge che preoccupa i cristiani

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La comunità cristiana in Punjab, in Pakistan, e le altre minoranze religiose sono preoccupate per il nuovo disegno di legge approvato dall'Assemblea legislativa che prevede l'insegnamento obbligatorio della Legge islamica e del Corano in tutte le scuole e le università della provincia. “Per le minoranze religiose, in particolare per i cristiani che vivono in gran numero nel Punjab, sarà problematico: i loro diritti fondamentali sono totalmente ignorati“, ha dichiarato Nasir Saeed, attivista cristiano dell'Ong Class, all'agenzia Fides. 

La nuova legge

Come riporta Fides, il disegno di legge – presentato e approvato lo scorso 4 maggio dal Parlamento regionale del Punjab – ha come obiettivo quello di far “comprendere il messaggio, incoraggiare pace e sicurezza, promuovere i valori supremi di verità, onestà, integrità, tolleranza, comprensione del prossimo“. Il testo prescrive ai bambini della scuola elementare di recitare le Scritture del Corano in arabo, mentre ai bambini del ciclo successivo sarà richiesto di recitare il Corano insieme alla traduzione in urdu. Secondo i promotori della legge, del partito “Jamaat-e-Islami”, in tal modo lo Stato terrà fede alla sua responsabilità costituzionale: all'articolo 31 della Costituzione si afferma che “lo Stato si sforza di rendere obbligatori gli insegnamenti del Santo Corano e della legge islamica”.

Il disappunto

Saeed, inoltre ha sottolineato che “nessun programma alternativo è stato annunciato per gli studenti non musulmani. Lo stato ha il dovere di promuovere la libertà di religione e di credo, e di introdurre un programma diverso per gli studenti di altre religioni”. Per l'attivista rendere obbligatorio l'insegnamento del Corano nelle scuole pubbliche – e farlo contro la valontà degli studenti non musulmani – “avrà un impatto negativo su tutto il sistema educativo. Promuoverà il bigottismo e l'odio contro i non musulmani. Lo Stato ha l'obbligo di promuovere la libertà di religione e di credo, e di introdurre un programma diverso per gli studenti di altre religioni”. 

Carolina Garcia: