“Credo che nella campagna elettorale debbano prevalere le proposte di progresso della Bolivia“, afferma monsignor Ricardo Centellas, arcivescovo di Sucre e presidente della Conferenza episcopale boliviana. L’episcopato boliviano, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides, l’unità dei partiti politici, evidenziando che “se continuiamo a dividerci, è la Bolivia quella che perde”.
Emergenza boliviana
“A causa della pandemia e per molti altri motivi, siamo consapevoli di essere fermi. La Bolivia per molti aspetti è ferma. Non c’è ripresa economica, i posti di lavoro sono diminuiti notevolmente per diversi motivi. Quindi quello che dobbiamo sentire sono proposte su come possiamo andare avanti”, sostiene l’arcivescovo, riferendosi alla campagna elettorale. In un rapporto di Amnesty International vengono denunciatele violazioni dei diritti umani in Bolivia. Tra cui la repressione delle proteste e l’uso eccessivo e non necessario della forza da parte della polizia nazionale e delle forze armate.
Diritti umani violati
Nel periodo successivo alle elezioni del 20 ottobre 2019, almeno 35 persone sono morte e 833 sono state ferite nel corso delle proteste. Per realizzare il suo rapporto, Amnesty International ha intervistato familiari di vittime delle violazioni dei diritti umani. Violazioni commesse nel contesto delle proteste nella città di Sacaba e del blocco delle attività dell’impianto di stoccaggio di carburante della compagnia petrolifera di Stato Ypfb a Senkata; testimoni oculari. La maggior parte degli intervistati ha chiesto di rimanere anonima per timore di ritorsioni. Amnesty International chiede alle autorità boliviane di prendere misure urgenti per affrontare l’emergenza causata dalla pandemia di Covid-19. La crisi sanitaria, infatti, ha raggiunto picchi allarmanti e ha colpito in modo sproporzionato gruppi già in condizioni di vulnerabilità, come i popoli nativi.