In Crimea è partita una vera e propria “caccia” alla letteratura proibita sull’islam: le autorità della regione, infatti, hanno dato a tutti i musulmani tre mesi di tempo per consegnare volontariamente materiale religioso islamico, autorizzato dalla legge ucraina e ora illegale “secondo le norme previste dalla Federazione russa”.
Quello del presidente della penisola Serghei Aksenov è stato un ultimatum ben chiaro: “Chiediamo ai musulmani in possesso di tale materiale di consegnarlo alle autorità religione nel corso dei prossimi tre mesi – ha dichiarato alla testata Interfax – fino a dicembre le forze dell’ordine non confischeranno la ‘letteratura proibita’, ma dal primo gennaio tutto dovrà adeguarsi agli standard russi”. Il leader ha poi garantito che la lista dei libri vietati sarà pubblicata sulla stampa e sarà fatto un lavoro di informazione con la popolazione locale.
Ma diversi membri della comunità musulmana locale denunciano perquisizioni che avvengono già da settembre: in differenti zone, infatti, si confermano irruzioni da parte della polizia all’interno di alcune abitazioni, giustificate con la “caccia alla letteratura proibita”. La stessa motivazione era stata utilizzata sempre a settembre dalle autorità di Sinferopoli, per perquisire e poi ordinare la chiusura della sede del Majlis, l’organo di rappresentanza dei tatari di Crimea, comunità che rappresenta il 12% della popolazione locale e fortemente contraria all’annessione russa fin dall’inizio.