Libano in fiamme
Tre mesi da l’esplosione che ha sconvolto la capitale libanese. E che ho provocato oltre 200 morti, 300.000 sfollati e 7.000 feriti. Da allora la crisi economica, sociale e politica in cui versa il paese si fa ogni giorno più grave. I danni materiali provocati dall’ esplosione sono stimati in oltre 10 miliardi di dollari. Ad essi si sommano una crisi finanziaria senza precedenti e l’alto numero di rifugiati che vivono in condizioni di estrema vulnerabilità. Inoltre la pandemia di Covid-19 è tornata a crescere. E mette a dura prova le fragili strutture sanitarie. Molte delle quali ancora danneggiate dall’esplosione. Il tasso di inflazione ha raggiunto livelli insostenibili. Con un aumento del 364% dei prezzi dei generi alimentari rispetto all’anno passato. Più della metà della popolazione è in condizioni di povertà. Un libanese su tre è senza lavoro. Quota che sale a oltre il 40% per i giovani.
Il ponte solidale della Caritas
Caritas Italiana si è prontamente attivata. Grazie alle donazioni ricevute e a un contributo di un milione di euro dai fondi otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica. Ha ampliato il sostegno a Caritas Libano. Che, dopo un primo piano di aiuti che ha raggiunto più di 85.000 di persone. Con cibo, generi di prima necessità, assistenza sanitaria e sostegno psicologico. Attraverso la mobilitazione di centinaia di volontari, ha lanciato due nuovi programmi per i prossimi 18 mesi. Con l’obiettivo di raggiungere circa 7.000 famiglie, 36.000 persone. Papa Francesco ha invitato tutti lo scorso 4 settembre a una giornata di preghiera per il Libano. E ha lanciato un accorato appello alla ricostruzione e alla speranza. Esortando ad essere “vicini anche con l’impegno concreto della carità”. Caritas è al servizio della popolazione del Libano. Colpita come non mai da crisi plurime i cui effetti si protrarranno nel lungo periodo.