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La Chiesa armena di nuovo martire

Nagorno Karabakh, missili sulla cattedrale armena di Shushi. Il Patriarca Karekin II: c’è chi punta alla “guerra di religione”

La Chiesa armena contrasta il tentativo di trasformare un conflitto geopolitico in una guerra di religione. Il Patriarca supremo Karekin II, Chatolicos di tutti gli Armeni respinge i tentativi di attribuire all’escalation militare in atto in Nagorno Karabakh il carattere di conflitto religioso tra cristiani e musulmani.

Resistenza armena

“Il popolo armeno- afferma il Patriarca Karekin- si è sparso per tutto il mondo a partire dal Medio Evo. E ancora di più dopo il Genocidio degli armeni nella Turchia ottomana. Molti Paesi islamici hanno teso una mano fraterna ai figli del popolo armeno sopravvissuti al Genocidio, e li hanno accolti. Queste comunità armene esistono ancora. La nostra Santa Chiesa armena apostolica conta diocesi e parrocchie in una dozzina di Paesi a maggioranza musulmana, dove i figli e le figlie del nostro popolo vivono come cittadini esemplari. Contribuendo alla prosperità di quelle nazioni e godendo dell’attitudine amichevole delle autorità locali”. 

Allarme

A lanciare l’allarme, riferisce l’agenzia missionaria Fides, è il Catholicos di tutti gli Armeni: “Assistiamo regolarmente ai tentativi del Presidente azero di attribuire una valenza religiosa al conflitto del Karabakh. Si tratta di una provocazione che purtroppo può avere conseguenze terribili”. La cattedrale armena della città di Shushi, nel Nagorno Karabakh, dedicata a Cristo Salvatore, è stata colpita da un lancio di missili che hanno provocato ingenti danni al luogo di culto cristiano. Sia sul tetto che all’interno dell’edificio.

30 anni di conflitto

Le autorità dell’Armenia hanno attribuito il bombardamento all’esercito dell’Azerbaigian. Nel contesto della nuova escalation militare in atto nella regione, Ennesimo episodio del conflitto trentennale che in quell’area vede contrapporsi le due ex repubbliche sovietiche. Le autorità politiche e militari di Baku, precisa Fides, hanno respinto le accuse del governo armeno. Sostenendo che “a differenza delle forze armate armene, quelle dell’Azerbaigian non colpiscono obiettivi di importanza storica e culturale e specialmente edifici religiosi e monumenti“. Costruita tra il 1868 e il 1887, alta 30 metri, la cattedrale di Cristo Salvatore fu anche utilizzata come deposito di armi dall’esercito azero all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso, durante la prima esplosione del conflitto.

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