L’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei ha annunciato che Giovedì 26 febbraio, alle ore 12, a Roma (Radio Vaticana, piazza Pia 3), verrà presentata la nuova fase 2015/2016 del “Prestito della speranza” ricordando che “con 26 milioni di credito erogato a 4.500 nuclei familiari, il Prestito della speranza rappresenta la più importante esperienza italiana di microcredito con risorse private a sostegno delle famiglie più deboli. La Cei, in esclusiva con Intesa Sanpaolo, primo gruppo bancario per numero di persone assistite e ammontare di credito erogato, nelle prime due fasi del progetto, attraverso Banca Prossima, ha deciso di riproporre su larga scala l’iniziativa per il biennio 2015-2016”.
Questa iniziativa “molto concreta” veniva descritta nella presentazione avvenuta nel 2009 dal presidente della Cei Angelo Bagnasco come una delle “nuove forme di prossimità e di solidarietà che si sono aggiunte, di fatto, ad una serie di servizi ormai stabili, come i centri di ascolto, i fondi antiusura, le iniziative per le emergenze familiari (microcredito e simili) che da anni già intervengono abitualmente e che nell’ultimo periodo sono andati ampliando il loro raggio d’azione.”
Nell’anno in cui la crisi economica sembrava poter inghiottire tutto il Paese, Bagnasco precisava che “la scelta della famiglia non è casuale evidentemente, ma corrisponde ad una convinzione profonda che vede in essa non soltanto l’ammortizzatore sociale più efficiente, ma anche la trama relazionale più necessaria per un armonico sviluppo delle persone e dunque della società. Il Fondo intende essere un segno e insieme uno strumento di speranza per attraversare la crisi e non soccombere ad essa, attraverso un contributo massimo di cinquecento euro mensili per un anno, per un totale di seimila euro.”
La carità si deve tradurre anche in gesti materiali come “la Colletta nazionale che riveste un grande valore pedagogico perché rappresenta un’azione che educa in concreto alla solidarietà e alla condivisione, all’apertura del cuore e alla generosità. Non solo: aiuta pure a vivere questo momento di obiettiva difficoltà per tanti con una scelta concreta che intende rimuovere la cause profonde della crisi e cioè l’avidità del denaro e la cupidigia del possedere.”
Il progetto della Colletta nazionale, introdotto nel 2009 “è pure un gesto dal profondo sapore ecclesiale perché si ricollega ad una prassi antica, di cui il testimone più significativo è l’Apostolo Paolo che organizza la Colletta per i poveri di Gerusalemme. Ciò che colpisce è che l’Apostolo conferisce alla raccolta in denaro un valore anche cultuale, al punto da usare indifferentemente per questo momento di condivisione sia la parola colletta che quella di “servizio”, “benedizione”, “amore”. “grazia”, anzi “liturgia” (2 Cor 9). Come ha di recente ricordato Benedetto XVI: ”Amore per i poveri e liturgia divina vanno insieme, l’amore per i poveri è liturgia. I due orizzonti sono presenti in ogni liturgia celebrata e vissuta nella Chiesa, che per sua natura si oppone alla separazione tra il culto e la vita, tra la fede e le opere, tra la preghiera e la carità per i fratelli”.
Nello specifico la Conferenza Episcopale Italiana ha istituito un fondo nazionale straordinario, attivato il 1° settembre 2009, orientato a garantire prestiti bancari da concedere alle famiglie ad un tasso agevolato. Come si legge sul sito del “prestito della speranza”, la sua dotazione patrimoniale apportata anche con il contributo di soggetti privati ed istituzionali è costituita da 30 milioni di euro, di cui 25 milioni destinati a garantire il microcredito sociale e 5 milioni destinati a sostenere il microcredito alle imprese permette di erogare finanziamenti fino a 120 milioni di euro.
I destinatari del fondo sono tutte le famiglie in difficoltà o le microimprese da esse promosse: i criteri di selezione privilegiano quelle con i figli (in età scolare, compresa l’università) o gravate da malattie o disabilità riconosciute, che abbiano perso o subìto in maniera significativa la riduzione del reddito da lavoro. Il fondo, istituito d’intesa con l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) che ha proposto a tutte le banche di aderire all’iniziativa, si affianca, senza sostituirla, all’attività svolta abitualmente dalle Caritas diocesane, da analoghe iniziative promosse dalle diocesi e da Enti Locali. Il nuovo programma prevede interventi di credito sociale e di microcredito alle imprese con importi massimi finanziabili rispettivamente di 6 mila euro e 25 mila euro.
Alla conferenza stampa di giovedì 26 febbraio interverranno il cardinale Angelo Bagnasco, monsignor Luigi Bressan, presidente di Caritas Italiana, Marco Morganti, amministratore delegato di Banca Prossima, Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo. Modera Marco Tarquinio, direttore responsabile di “Avvenire”.