Le autoritĆ del Kyrgyzstan hanno deciso di sottoporre gli imam del Paese a dei test sulla religione islamica per verificare la loro reale conoscenza dellaĀ shariaĀ . La motivazione ufficiale ĆØ che i capi religiosi musulmani mal istruiti potrebbero diffondere idee radicali o non riuscire a contrastarne la proliferazione tra i giovani. Gli imam invece denunciano la natura politica dellāiniziativa governativa, volta a sostituire i vecchi capi con la nuova leadership leale al presidente Almazbek Atambayev.
Dallāottobre 2014 lāAssociazione dei mufti, unāagenzia semigovernativa conosciuta anche con il nome di āConsiglio spirituale islamicoā, ha imposto a tutti gli imam di verificare la loro conoscenza della legge islamica. I test sono effettuati da una commissione speciale composta da rappresentanti dellāAssociazione, funzionari dellāAgenzia statale sugli affari religiosi e da membri del Consiglio di sicurezza del Kyrgyzstan, presieduto dal presidente. Lāobiettivo ĆØ quello di rimuovere gli imam con scarse competenze religiose, dal momento che nel 2014 lāAgenzia statale sui affari religiosi ha verificato che il 70% dei 59 imam sottoposti a verifica non possiede unāadeguata educazione.
Secondo il governo, i test consentono di comprendere con miglior efficacia il funzionamento delle moschee. Le autoritĆ infatti temono che una scarsa comprensione dellāislam da parte delle massime autoritĆ musulmane possa facilitare la diffusione di idee radicali, come testimonia ilĀ reclutamento di numerosi giovani centro-asiatici da parte degli estremisti dello Stato islamicoĀ negli ultimi mesi. Alla minaccia del terrorismo di matrice islamica tutti i governi dellāAsia centrale stanno reagendo con fermezza, per esempio con ilĀ divieto di indossare il velo e di portare la barba lunga, o di recarsi inĀ pellegrinaggio alla Mecca per i giovani al di sotto dei 35 anni, oĀ sorvegliando le aree di frontieraĀ con Paesi a rischio come lāAfghanistan.
Dāaltra parte, i musulmani denunciano sospetti di lunga data nei loro confronti da parte degli esponenti dello Stato, che richiedono anche di firmare delle dichiarazioni in cui si attesta la non appartenenza a gruppi radicali. Un imam di un piccolo villaggio nei dintorni della capitale kyrgyza – anonimo per ragioni di sicurezza – lamenta che gli esami hanno un chiaro intento politico: āAnche in passato dovevamo sottoporci ai test. Lāunica differenza ĆØ che oggi i test hanno obiettivi di politica interna. Lāattuale leadership dellāAssociazione dei mufti sta cercando di inserire delle sue file gli imam leali [al governo] a discapito degli imam vicini ai precedenti leader. Quelli che hanno legami con il governo passano; quelli che non li hanno vengono rimossiā. Sotto osservazione anche i musulmani che studiano nelle madrasse (le scuole islamiche) in Turchia o negli Stati del Golfo. Le autoritĆ attribuiscono una decisiva importanza agli imam, in un Paese che conta circa il 90% degli abitanti di religione musulmana (su una popolazione di 5,6 milioni). I