Il Patriarcato Latino di Gerusalemme, in comunione con tutte le Chiese di Terra Santa, ha espresso ferma riprovazione per l’atto di vandalismo perpetrato contro il cimitero cristiano di Kfar Yassif, cittadina della Galilea situata 11 chilometri a nord-est di Acri, nota anticamente come Città Vecchia di S. Giovanni d’Acri. La cittadina, che dal 1948 fa parte dello Stato d’Israele, è stata inclusa dall’Unesco fra i siti definiti “patrimonio mondiale dell’umanità” per la fortezza del XIII secolo appartenuta ai Cavalieri Templari. Conta 45 mila abitanti e l’esistenza di una nutrita comunità cristiana.
Nel locale cimitero cristiano, giovedì scorso alcuni fedeli hanno scoperto scritte e graffiti blasfemi e osceni, tracciati in lingua araba, sia sulle pareti del luogo di sepoltura che sulle lapidi di diverse tombe. Con un comunicato ufficiale, diffuso tramite i propri media, il Patriarcato Latino ha espresso la propria vicinanza e solidarietà alle famiglie dei defunti sepolti nel luogo di riposo profanato, e ha chiesto che le forze di polizia indaghino al più presto per individuare e processare gli autori degli atti vandalici.
Acri, come molte città della Terra Santa, è infatti un luogo importante per tutte e tre le religioni monoteistiche: rimasta sotto il governo ottomano per secoli, la sua popolazione, prima della sovranità di Israele, era formata principalmente da arabi. Lo testimonia la presenza della Grande Moschea di al-Jazzār, costruita da Jazzār Pascià a fine ‘700, il bagno turco Hammam al-Basha, e la fortificazione ottomana della cittadella stessa.