In Iraq il museo dei manoscritti cristiani salvati dalla furia dello Stato Islamico

Logo Interris - Il Patriarcato ai caldei della diaspora: "No a interessi privati nella ricostruzione della Piana di Ninive"

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Memorie di fede. Manoscritti e libri antichi. Sia cristiani, sia islamici. Sottratti in anni recenti alla distruzione da parte dei jihadisti dello Stato Islamico (Daesh). Saranno raccolti e custoditi in un museo-centro studi costituito “ad hoc”. Per volontà dei vescovi della Chiesa caldea, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides. La decisione di costituire il nuovo centro di conservazione e esposizione è stata presa dall’episcopato caldeo riunito a Erbil. Capoluogo della regione autonoma del Kurdistan iracheno. Sotto la presidenza del Patriarca Louis Raphael Sako.

Cristiani in in Iraq

Il museo sorgerà a Ankawa. Distretto di Erbil. Abitato in maggioranza da cristiani. In un edificio adiacente all’istituto che ospita sacerdoti e seminaristi caldei. L’iniziativa vedrà il coinvolgimento diretto della locale comunità dei Padri Domenicani. Da sempre impegnati nella conservazione e nello studio di libri e manoscritti antichi. Testi che rappresentano una testimonianza preziosa del radicamento delle comunità cristiane autoctone. Di origine apostolica. Nelle terre dell’attuale Iraq. Il patrimonio confluirà nel museo. Ed è stato presentato alla riunione dei vescovi caldei da Najib Mikhail Moussa. Attuale Arcivescovo caldeo di Mosul. E membro dei Frati predicatori.

Chiese d’Oriente

Nel 2019 padre Najib Mikhail ha assunto la guida dell’arcidiocesi caldea. Nella città occupata per lunghi anni dai jihadisti di Daesh. Il presule ha dedicato gran parte della sua vita alla cura e allo studio di manoscritti. E di testi antichi appartenenti alle Chiese d’Oriente. Raccolti dai Padri Domenicani. Fin dal 1990 padre Najib Mikhail era stato direttore del Centro di digitalizzazione dei manoscritti orientali. Nella metropoli nord-irachena di Mosul.

Gianluca Franco: