Una lunga scia di omicidi mirati contro esponenti delle minoranze religiose stanno insanguinando il Bangladesh, Paese a maggioranza mussulmana sul golfo del Bengala, al confine con l’India. William Proloy Samadder, Segretario della “Bangladesh Christian Association”, lancia l’allarme: “Si è abituati a considerare tali attacchi come incidenti isolati, ma ora la questione è diventata più grave”. Sono numerosi i casi di assassinio di cristiani (che sono l’1% della popolazione) o indù il 9,2% su 170 milioni di abitanti) degli ultimi mesi. Nei giorni scorsi un cristiano e un indù sono stati uccisi. Il 5 giugno, un droghiere cristiano di nome Sunil Gomez è stato ucciso all’interno del suo negozio in un quartiere cristiano nel distretto di Natore. Il 7 giugno, Ananda Gopal Ganuli, leader religioso indù, è stato ucciso a Jhenaidah dopo aver indossato i suoi abituali abiti religiosi.
In un discorso pronunciato in Parlamento l’8 giugno, il Primo ministro Sheikh Hasina ha promesso che i responsabili delle uccisioni mirate di minoranze religiose “non resteranno impuniti”. L’avvocato Rana Dasgupta, Segretario generale del forum “Hindu Buddhist Christian Unity Council of Bangladesh”, ha spiegato: “Intere comunità sono terrorizzate e si sentono molto insicure. Non vediamo alcun intervento dei partiti politici per trovare soluzioni a questi problemi”. “Gli attacchi contro le minoranze religiose da parte di gruppi estremisti in Bangladesh sono aumentati rapidamente negli ultimi mesi” riporta l’Ong Christian Solidarity Worldwide (Csw). “Accogliendo con favore l’impegno del Primo ministro Hasina per fermare i responsabili, il governo deve far seguire ai discorsi l’azione. I colpevoli vanno arrestati e processati per porre fine all’impunità e assicurare la giustizia per tutti i cittadini del Bangladesh, a prescindere dalla loro religione” conclude in una nota.