L'Opera Don Orione ĆØ impegnata in un nuovo progetto missionario a favore delle popolazioni venezuelane in fuga dalla crisi del Paese. L'iniziativa si chiamaĀ “Cuore senza confini” ed ĆØ nata a Pacaraima, in Brasile, nella diocesi di Roraima, cittĆ che confina con il Venezuela: la principale porta di accesso via terra per chi fugge da una situazione insostenibile.Ā Il progetto orionino, che vede coinvolte le Province religiose dell'America Latina, sotto il coordinamento di quella del Brasile Nord, ha come scopoĀ accogliereĀ eĀ sostenere spiritualmente i profughi che, in numero crescente, stanno fuggendo dal Venezuela verso il Brasile.Ā Una vera e propria marea umana – uomini, donne e bambini – che ha bisogno di tutto.Ā
Sul posto ĆØ giĆ presente un religioso orionino, don JosĆ© SebastiĆ£o Barros da Silveira (proveniente dal Brasile del Nord). AĀ lui si unirĆ il prossimo mese un altro orionino, l'argentinoĀ don Miguel Alberto FernĆ”ndez. Lavoreranno insieme al parroco padre JesĆŗs Lopez Fernandez de Bobadilla, un missionario spagnolo,Ā fidei donum, attualmente incardinato nella diocesi di Roraima.Ā Il “team” orionino, oltre a lavorare con le comunitĆ nella loro missione evangelizzatrice, ha l'arduo compito di accogliere e aiutare coloro che stanno attraversando la frontiera, specialmente gli indigeni che stanno fuggendo dalla fame, dalla mancanza di servizi sanitari e dall'emarginazione in Venezuela. Attualmente la situazione ĆØ peggiorata a causa dalle intense piogge e inondazioni.
Un'attenzione particolare quella dell'Opera Don Orione al Venezuela dove sin dal 1985 la Congregazione ĆØ presente aĀ BarquisimetoĀ eĀ CaraballedaĀ per assistere i piĆ¹ fragili, soprattutto i malati e le persone con disabilitĆ . La nuova missione nasce a seguito dell'appello lanciato dal Direttore generale dell'Opera Don Orione, don Tarcisio VieiraĀ che ha sottolineato come “noi siamo, oggi, Don Orione. Quale risposta daremo al popolo venezuelano in nome della nostra identitĆ di figliĀ del grande apostolo della caritĆ , padre dei poveri e benefattore dell'umanitĆ sofferente e abbandonata?. Ci siamo sentiti āĀ spiegaĀ Don VieiraĀ – interpellati dalla drammatica situazione del popolo venezuelano, che in gran numero, sta attraversando la frontiera brasiliana in cerca di migliori condizioni di vita. Al confine tra le due nazioni stiamo assistendo ad una vera e propria emergenza pastorale ed umana e per questo, in accordo con il Vescovo di Roraima, mons. MĆ”rio Antonio da Silva, abbiamo deciso di accettare questa nuova sfida”.
Lo scorso 25 aprileĀ don Rodinei ThomazellaĀ e don Josumar Dos Santos, direttori delle due Province brasiliane orionine, hanno visitatoĀ PacaraimaĀ per avviare la nuova missione. “Siamo stati accolti molto bene dal vescovo – raccontano – e da alcuni sacerdoti e suore che ci lavorano. In questi luoghi abbiamo sperimentato la presenza fattiva ed amorevole della Chiesa cattolica accanto agli immigrati venezuelani: dalla distribuzione di cestini di base per servire i pasti quotidiani, al supporto sanitario, ai servizi nell'area di supporto educativo per i bambini ed anche la ricerca di un lavoro per i profughi venezuelani. Dalla fine del 2015 āĀ proseguono i due religiosi orionini –Ā Roraima ha ricevuto un numero crescente di immigrati venezuelani che entrano in Brasile attraverso la cittĆ di Pacaraima. Fuggono dalla fame, dalla disoccupazione e dalla mancanza di servizi sanitari nel paese e il loro primo obiettivo ĆØ la capitale dello stato di Roraima. Dopo quasi 200 km di cammino da questa cittĆ di confine arrivano i migranti, trascinando le loro valigie, portando il loro bagaglio e credendo in tempi migliori nella capitale. Il nostro compito ā concludono –Ā Ā a Pacaraima ĆØ quello di accompagnare il parroco locale nelle attivitĆ pastorali e nel soddisfare i bisogni dei migranti, siano essi accampati o passanti che hanno iniziato il loro doloroso viaggio verso un futuro incerto nelle terre brasiliane”.