Per migliaia di induisti il bambino nato domenica con otto arti nella piccola cittadina di Dumri-Isri, nello stato federato indiano del Jharkhand, è l’espressione del Dio Ganesh, che per la tradizione è il figlio primogenito di Śiva e Parvati; viene raffigurato con una testa di elefante provvista di una sola zanna, ventre pronunciato e quattro braccia, mentre cavalca o viene servito da un topo, suo veicolo. Spesso è rappresentato seduto, con una gamba sollevata da terra e ripiegata sull’altra, nella posizione della Lalitasana. Tipicamente, il suo nome è preceduto dal titolo di rispetto induista, Shri. Ganesh, nell’induismo, è una divinità benaugurante che simboleggia forza e coraggio intellettuale; figura molto amata ed invocata, è in sintesi il Signore del buon auspicio, che dona prosperità e fortuna, e il Distruttore degli ostacoli di ordine materiale o spirituale. Per questa ragione se ne invoca l’aiuto prima di iniziare una qualunque attività, come ad esempio un viaggio, un esame, un colloquio di lavoro, un affare, una cerimonia.
Sebbene per molti medici non si tratti altro che del frutto di una gravidanza di due gemelli congiunti alla nascita, molti hanno voluto raggiungere il neonato per potergli portare il proprio saluto e le proprie preghiere. Nato con quattro gambe e quattro braccia, particolare quest’ultimo che ricalca esattamente la natura della divinità nell’iconografia religiosa. Incuriosisce il fatto che un evento simile accadde lo scorso novembre, sempre in India, nella città di Baruipar, ma in quell’occasione la natura divina venne attribuita alla figura di Brahma, la prima Persona della Trimurti induista, la cui immagine è caratterizzata da quattro teste, quattro braccia e quattro gambe.