Oltre 3.000 giovani di diverse comunità religiose si sono riuniti a Semarang, capitale della provincia di Giava Centrale (in Indonesia) per partecipare a un incontro interreligioso. Lo riporta L’Agenzia Fides, l’organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie. Al termine del meeting, i ragazzi si sono impegnati a “sviluppare insieme un atteggiamento inclusivo e a lottare contro ogni forma di radicalismo e di intolleranza nella società indonesiana”.
L’incontro è stato organizzato il 5 marzo scorso da cinque università (tre islamiche, una pubblica, una cattolica) e dalla Commissione per gli affari ecumenici e interreligiosi dell’arcidiocesi di Semarang, grande città portuale situata al centro della costa settentrionale dell’isola di Giava. Vi hanno preso parte giovani indonesiani di 71 comunità diverse, in una pluralità che ha dato la cifra dell’assemblea.
L’incontro è stato presieduto da p. Lukas Awi Tristanto, segretario della Commissione per gli affari ecumenici e interreligiosi dell’Arcidiocesi di Semarang, e ha visto la presenza del sindaco di Semarang, Hendrar Prihadi, che ha detto: “Quanti non sono disposti ad accettare la diversità, lascino l’Indonesia!”. All’incontro sono intervenuti anche alcuni leader religiosi che hanno offerto la loro riflessione: K.H. Ubaidullah Achmad (musulmano), padre Aloys Budi Purnomo (cattolico), il rev. Tjahjadi Nugroho (protestante), Pandita Aggadhammo Warto (buddista), Andi Tjiok (confuciana), ho Nengah Wirta Darmayana (Hindu), Sumarwanto (culti indigeni).
Padre Lukas Awi Trisanto ha detto che l’evento interreligioso aveva lo scopo precipuo di “costruire la vera fratellanza e di rifiutare l’intolleranza”: “Essere parte di una comunità religiosa in Indonesia – ha detto intervistato da Fides – significa professare la propria fede pacificamente accanto ad altri che professano religioni diverse”.
“I giovani presenti – ha aggiunto – si sono impegnati ad amare e creare l’armonia nella diversità, al fine di realizzare la civiltà dell’amore per una società prospera, dignitosa, a prescindere dal background religioso”. Oltre all’intento di continuare a costruire fraternità e vera amicizia, la dichiarazione finale del meeting riferisce di “sostenere la Pancasila, la Costituzione del 1945, lo Stato unitario della Repubblica di Indonesia e il principio di ‘unità nella diversità’ nella vita pubblica della nazione”.