I Vescovi indonesiani hanno ufficialmente chiesto al Governo guidato dal neo presidente Joko Widodouna moratoria sulla pena di morte. Il segretario esecutivo della Commissione per la giustizia, la pace e la pastorale dei migranti della Conferenza episcopale cattolica di Indonesia, p. Paulus Christian Siswantoko, riporta che, nella lettera inviata all’esecutivo, si legge: “E’ opportuno che il governo valuti attentamente l’attuazione della pena di morte, al fine di conoscere l’impatto delle esecuzioni capitali, e garantire che le esecuzioni abbiano realmente avuto effetti deterrenti, scoraggiando la criminalità”.
La Chiesa cattolica indonesiana ha sollecitato più volte una moratoria, ha ribadito p. Siswantoko, “ma finora il governo non ha ascoltato le voci che rifiutano la pena capitale”. “La pena di morte è contraria alla Pancasila (la carta dei cinque principi alla base dello stato-arcipelago del sud-est asiatico, composto da 17 507 isole) e alla Costituzione indonesiana, che affermano la tutela della vita e dei diritti umani fondamentali”; inoltre, spiega il sacerdote, i cattolici rifiutano la pena capitale per il rispetto fondamentale della vita. “Si è poi dimostrato che la pena di morte non riduce la criminalità” ha concluso il sacerdote.
Contrari alla pena capitale anche gli islamici, che rappresentano la maggioranza religiosa dell’arcipelago: l’Indonesia è infatti il più popoloso Paese a maggioranza musulmana del mondo. La professoressa musulmana Siti Musdah Mulia, docente all’università islamica “Syarif Hidayatullah ” e segretario generale della Conferenza indonesiana delle “Religioni per la pace” ha ricordato che l’Islam insegna il rispetto umano e la tutela da atti di discriminazione, sfruttamento e violenza. “La pena di morte è in contraddizione con gli insegnamenti religiosi e delle fedi che venerano l’importanza della vita, preservandola come la più grande benedizione di Dio Creatore. L’Islam insegna la dignità degli esseri umani definendole come creature più perfette di Dio. La pena di morte è un affronto alla grandezza e all’onnipotenza di Dio”. Infine, ha ricordato, “la pena di morte è in contraddizione con i valori della democrazia e con i principi dei diritti umani”.
Dal 2015, anno di insediamento del giovane neo presidente Widodo, detto “Jokowi”, c’è stato un giro di vite del governo e delle forze dell’ordine contro soggetti legati alle sostanze stupefacenti. In meno di due anni sono stati giustiziati in Indonesia decine di detenuti per reati di droga, e molte altre persone sono state giustiziate sommariamente dalla polizia perché ritenute spacciatori o consumatori; il tutto, senza che venisse svolto un regolare processo.