“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”, inizia così l’esortazione apostolica con cui il Santo Padre sviluppa il tema dell’evangelizzazione, l’importanza di riscoprire all’interno della chiesa il “kerigma”, la buona notizia che può cambiare il mondo. Questa la via che Francesco invita a percorrere e questo il tema che ha accompagnato nei giorni scorsi la Conferenza episcopale dei vescovi in Indonesia. L’annuncio deve essere seguito dalle opere di carità verso i più poveri e gli emarginati e può rafforzare il valore del multiculturalismo e il dialogo interreligioso. L’enciclica pubblicata da Bergoglio nel novembre 2013, sarà anche principio ispiratore della settima “Giornata asiatica della gioventù”, in programma nell’arcidiocesi di Semarang, sul tema : “La Gioia del Vangelo nell’Asia multiculturale”. Un aspetto che riguarda tanto il continente, quanto la nazione indonesiana, a lungo esempio di coesistenza pacifica, ma che negli ultimi anni ha registrato un’escalation delle violenze anti-cristiane di movimenti estremisti islamici.
La Conferenza episcopale si è conclusa con una celebrazione eucaristica alla presenza di 27 vescovi e del Nunzio apostolico mons. Antonio Guido Filipazzi. La funzione si è tenuta nella parrocchia del Sacro Cuore a Kemakmuran, West Jakarta, durante la quale hanno partecipato migliaia di fedeli. In precedenza, i prelati avevano promosso un’iniziativa per raccogliere fondi da destinare agli studenti dei Seminari minori di tutto il Paese. Durante la messa conclusiva è stato annunciato un altro appuntamento per i ragazzi, la Giornata Indonesiana della gioventù, programmata nel 2016 nella diocesi di Manado. L’incontro potrebbe essere l’occasione per invitare Papa Francesco a visitare l ‘Indonesia, ma per ora non vi sono ancora informazioni ufficiali in merito.
Intanto i vescovi indonesiani hanno tracciato le linee guida per la missione futura della Chiesa, in un contesto in rapido cambiamento e costellato di sfide e difficoltà. Il priimo punto affrontato è quello del multiculturalismo, la “vera fonte di benedizione” in un paese che vanta l’accoglienza di culture, religioni e lingue diverse. In una realtà che cambia, affermano i prelati, l’unico modo per costruire la comunione “resta Gesù Cristo”. A questo viene sottolineata l’importanza del dialogo interreligioso che “non si fonda solo sulla tolleranza” ma comprende anche “un vero spirito di accettazione” dell’altro. Infine, l’invito a farsi carico delle sofferenze dei più poveri ed emarginati, che come è stato ricordato sono la carne di Gesù Cristo, e che il cristiano deve saper riconoscere e amare.
In Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, i cattolici sono una piccola minoranza composta da circa sette milioni di persone, pari al 3% circa della popolazione. Nella sola arcidiocesi di Jakarta, i fedeli raggiungono il 3,6% della popolazione. La Costituzione sancisce la libertà religiosa, tuttavia la comunità è vittima di episodi di violenze e abusi, soprattutto nelle aree in cui è più radicata la visione estremista dell’islam, come ad Aceh.