La fede dei cristiani in India è viva, nonostante siano un’esigua minoranza della grande e popolosa Nazione Induista. Lo dimostra l’iniziativa promossa in questo periodo di Quaresima dalla diocesi di Nashik, nel distretto di Ahmednagar, incluso nel Maharashtra, uno Stato dell’India centro-occidentale. Si tratta del terzo Stato per estensione dell’Unione Indiana e il secondo per popolazione.
La diocesi ha organizzato, per il sesto anno consecutivo, una grande Via crucis, rigorosamente a piedi, che copre la distanza di circa 400 km che, la distanza che separa il monte di Maria a Bandra dal monte di Maria a Haregaon. Al lungo pellegrinaggio hanno aderito circa 40 giovani cattolici indiani che si sono messi in cammino, zaini in spalla, per rinnovare – come recita il motto dell’iniziativa – la chiamata a una “conversione spirituale” e a “condividere la Buona Novella di Cristo”. Il pellegrinaggio – spiega AsiaNews – è suddiviso in 14 tappe, come le stazioni della via Crucis. L’obiettivo è quello di rafforzare il legame di unità e accrescere la “devozione” alla Madonna in un’ottica “di pace”.
Il lungo pellegrinaggio – iniziato il primo aprile alle 5 con una messa alla basilica del monte di Maria a Bandra, capoluogo del distretto di Mumbai Suburbana (nel Maharashtra) – si concluderà domani 4 aprile, con una celebrazione eucaristica al tempio mariano di Haregaon Nashik (nel distretto di Ahmednagar).
Alla guida del pellegrinaggio, chiamato “Dhoje Yatra Via Crucis” [Dhoje in lingua marathi significa “bandiera”] p. Satish Kadam, direttore del comitato per la Pastorale giovanile della diocesi di Nashik. Il nome deriva dal fatto che, spiega p. Satis all’organo del Pime, lungo il cammino un giovane a testa porterà una bandiera mariana; segno tangibile della devozione dei giovani (non solo cristiani) alla Madonna. Il giovane che – a turno – porta la bandiera, compie il tragitto di corsa. Inoltre, un furgoncino segue i pellegrini, con a bordo costumi e vestiti necessari per ricreare la passione di Cristo, riadattata in lingua locale marathi.
Intervistato da AsiaNews, p. Kadam ha detto: “La maggior parte dei giovani sono cattolici di seconda generazione, di età compresa fra i 16 e i 25 anni”. Nella diocesi, aggiunge, vi sono “molte sfide pastorali” da affrontare e il pellegrinaggio è una delle iniziative promosse per rafforzare la partecipazione alla vita della Chiesa e l’unità fra i giovani. Questo cammino, prosegue il sacerdote indiano, “rafforza il percorso di formazione di fede” ed è anche un modo per promuovere “l’evangelizzazione di strada”, compiendo la via Crucis “nelle aree agricole più remote”.
“La maggior parte di queste persone – racconta ancora p. Kadam – sono povere e lottano ogni giorno per guadagnarsi da vivere. Dobbiamo essere creativi nel nostro lavoro di pastorale. Per partecipare a questo pellegrinaggio i giovani hanno compiuto enormi sacrifici, in tempo e denaro”. Dobbiamo stare accanto alle persone, aggiunge, sebbene viaggiare nelle zone più isolate sia faticoso e costoso. “Il nostro lavoro è orientato al sociale – sottolinea – e anche se le risorse sono limitate, questi giovani desiderano dedicare parte del loro tempo al servizio della comunità”.