La polizia lo ha arrestato “per ragioni di ordine pubblico”, ma Arvind D’Souza, un cristiano del distretto Amethi nell’India settentrionale, non ha commesso alcun reato. Oggi l’uomo si trova ancora in prigione in stato di detenzione preventiva, a darne la notizia è il Global Council of Indian Christians.
La denuncia è arrivata da parte di un gruppo di radicali indù che hanno accusato D’Souza per “diffusione del cristianesimo” e “conversioni forzate di donne e bambini mediante il dono di Bibbie”.
Le autorità locali, come conferma Amethi Hira Lal il sovrintendente della polizia “non hanno trovato prove che l’uomo abbia usato la forza nel convertire qualcuno. Tuttavia, dato che il fatto avrebbe potuto causare problemi di ordine pubblico, lo hanno fermato in base all’art. 151 del Codice di procedura penale e posto in detenzione preventiva per 14 giorni”.
Il presidente del Global Council of Indian Christians si è schierato contro la violazione dei diritti umani che è “un trend diffuso sempre di più in India. In Madhya Pradesh delle famiglie, inclusi bambini piccoli, sono state arrestate in base alla legge anti-conversione dello Stato, uno strumento politico disegnato per terrorizzare e perseguitare la minoranza cristiana”.