Per alcune comunità cristiane dell’India anche il Natale è stato un giorno di persecuzione e tensione. Accade nello Stato dell’Orissa e del Madhya Pradesh, dove un gruppo di fondamentalisti indù ha interrotto la celebrazione del 25 dicembre picchiando i fedeli e facendoli arrestare dalla polizia per false accuse di conversioni forzate. La denuncia arriva da Sajan George, il presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), che definisce la vicenda “una grave violazione della libertà religiosa”.
Nel villaggio di Balisuda si è verificato il primo episodio quando la polizia ha arrestato durante la celebrazione natalizia il reverendo R. Mahanta. J. Das, Kaila Badaika e sei fedeli presenti nella chiesa. Le autorità hanno spiegato di essere intervenuti in seguito alla segnalazione presentata da 35 radicali indù della zona che accusano i cristiani di aver praticato conversioni forzate sulle famiglie tribali dell’area. I convertiti, interrogati dalla polizia hanno dichiarato di aver abbracciato liberamente la nuova fede.
Un episodio simile si è verificato nel villaggio di Deogarh dove la comunità pentecostale è stata aggredita da più di cento indù armati di bastoni che hanno picchiato i fedeli, insultato Cristo e minacciato di morte i presenti. Molti di loro, tra cui il reverendo e la sua famiglia, sono scappati cercando di nascondersi nella vicina giungla. Nel giorno seguente il gruppo fondamentalisti è riuscito a raggiungere i cristiani in fuga, e una volta percossi,sono stati consegnati alla polizia e messi in prigione. Il 27 dicembre la corte ha confermato l’accusa di “conversioni forzate” lasciando i fedeli in carcere.