È partita dall’ India una campagna per vietare il divorzio immediato con il triplo talaq “consecutivo”, considerato una farsa della separazione prevista nel Corano, dove la formula deve essere pronunciata dal marito in tre occasioni distinte durante tre mesi, dopo aver comunque tentato una riconciliazione. A lanciarla è stato il movimento per il welfare delle donne musulmane indiane (Bmma), nato nel 2007, nel tentativo di mettere fine alla pratica con cui i musulmani possono divorziare immediatamente dicendo – o, addirittura scrivendo sui social media – tre volte di seguito “talaq”, senza l’obbligo di fornire spiegazioni.
In materia di diritti delle donne in base all’Islam, ricorda il Guardian Nishat Hussain, alla guida dell’ufficio del Bmma di Jaipur, si è più volte scontrata con le autorità religiose, secondo cui le regole che disciplinano le donne sono sancite dalle scritture e, quindi, non possono essere modificate. Secondo Nishat, invece, sono dettate dai costumi e quindi possono essere cambiate.
Rani Khan, ad esempio, è solo una delle donne indiane musulmane che sono state lasciate dal proprio marito con la formula del triplo talaq consecutivo. Rani, 25 anni, ha una bambina di quattro, Zainab, e si è rivolta al Bmma dopo che il marito l’ha cacciata di casa. Per anni, ha raccontato la donna, è stata praticamente costretta a chiedere soldi ai genitori per potergli consentire di bere. L’uomo, infatti, la minacciava altrimenti di uccidere la figlia. “Piu – ha detto la donna – un giorno mi ha urlato talaq tre volte, costringendomi a lasciare la casa”.
Adesso Rani vive con suo padre, che è paralizzato, la madre, sei sorelle e la piccola Zeinab. Quando donne come lei si rivolgono alle autorità religiose locali per avere giustizia, gli viene risposto che il divorzio immediato è consentito in base alla legge islamica.
Tuttavia, potrebbe esserci ancora qualche speranza per il Bmma. Recentemente, infatti, un comitato governativo istituito nel 2013 per esaminare lo status delle donne ha raccomandato che il governo vieti il triplo talaq. In una relazione pubblicata lo scorso mese il comitato sostiene che l’usanza “rende le mogli estremamente vulnerabili e insicure per quanto riguarda il loro stato civile”. La raccomandazione è stata inviata al Ministry of Women and Child Development, che consulterà gruppi civili e religiosi, prima che venga presa una decisione definitiva.