L'associazione russa per la protezione della libertà religiosa (Rars) ha organizzato una tavola rotonda a Mosca con i rappresentanti religiosi e delle organizzazioni non governative del Paese per discutere del tema “violazione dei diritti dei credenti in Ucraina“.
La questione Ucraina
Ampio spazio è stato dedicato alle conseguenze della crisi ucraina scoppiata nel 2014. Il consigliere dell'Assemblea interparlamentare dell'ortodossia, il professor Valeriy Alekseev ha chiesto al governo russo di perseguire una linea decisa: “Dobbiamo – ha detto l'accademico – mantenere una posizione offensiva e non nasconderci”.
Ebrei e musulmani uniti
Non è solo il rappresentante ortodosso a lamentare discriminazioni religiose ai danni dei credenti di origine russa che vivono in Ucraina: Il presidente dell'Assemblea spirituale dei musulmani di Russia, il Mufti Albir Krganov, si è lamentato per l'ingerenza del governo ucraino negli affari che riguardano le organizzazioni religiose legate all'Islam: Secondo il mufti sarebbe in atto un indebolimento del ruolo dell'Islam tradizionale, tradizionalmente rappresentato dai tatari, con l'ingresso nel Paese di stranieri “provenienti dai Paesi arabi e dall'Europa” che professano “l'islamismo”. Sulla stessa linea anche il rabbino Aaron Gurevich che ha denunciato il “cinismo delle autorità ucraine in materia di religione”.
Lo scisma
Il rappresentante della Chiesa Ortodossa Russa presente, l'arciprete Nikolai Balashov, ha portato sul tavolo di discussione il tema del recente scisma della cosiddetta Chiesa Ortodossa Ucraina riconosciuta dal Patriarca di Costantinopoli. Secondo Balashov, i suoi rappresentanti cercherebbero di trarre vantaggio dal clima discriminatorio che nel Paese dell'Europa orientale sta colpendo i credenti di origine russa.
Ateismo militante
Nello stesso incontro pubblico è stata evidenziata con preoccupazione anche la tendenza all'ateismo militante che, secondo i presenti, sarebbe provocata proprio dalla marginalizzazione del cristianesimo nel Vecchio Continente. A questo si unirebbe anche l'atteggiamento a mescolare ed equiparare le diverse confessioni religiose, senza rispetto delle rispettive identità. C'è stata, dunque, una degenerazione del concetto di separazione tra Chiesa e Stato.