In Tajikistan i contagiati dal coronavirus li soccorre la Chiesa

Logo Interris - L'ospedale pediatrico Bambino Gesù scende in campo per i piccoli siriani: al via un progetto per ridurre i traumi psichici

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Una piccola Chiesa asiatica diventa ospedale da campo contro il coronavirus. La Chiesa tagika è una piccola comunità religiosa. In un contesto sociale al 98% musulmano. I fedeli sono attualmente un centinaio. Distribuiti tra le due parrocchie di Dushambe e di Qurǧonteppa. La presenza cattolica in Tajikistan, riferisce Fides, si registra a partire dagli anni ’70 del secolo scorso. I primi fedeli erano in maggioranza tedeschi provenienti da Russia, Ucraina e Lituania. Deportati nel Paese ai tempi dell’Unione Sovietica.

Missio sui iuris

A causa del regime comunista, per anni le comunità del Tajikistan furono del tutto isolate dalla Chiesa universale. A strutturare la presenza cattolica locale fu Papa Giovanni Paolo II. Istituendo la Missio sui iuris, il 29 settembre 1997. In questo contesto, le azioni caritative furono avviate già dal 1983. Da piccoli gruppi che confluirono ufficialmente nella Caritas a partire dal 2004. Un progetto che coinvolgerà 6 mila abitanti della cittadina di Qubodiyon. E 12 mila persone (tra detenuti e guardie carcerarie) nel penitenziario dello stesso distretto. Con esso la Chiesa tagika ha attivato un nuovo presidio contro la diffusione del Covid-19. Le attività di assistenza e prevenzione saranno portate avanti attraverso Caritas Tajikistan. In collaborazione con Caritas Lussemburgo.

Sos coronavirus

Il personale medico già presente sul posto coordinerà i volontari in azioni mirate. E ciò per “rafforzare le unità sanitarie incaricate di prevenire e controllare l’epidemia”. Il progetto punta a “ridurre il propagarsi delle infezioni“. E a “velocizzare la capacità diagnostica e terapeutica”. Caritas Tajikistan fornirà, inoltre, attrezzature specializzate per il trattamento di malattie respiratorie infettive. Ma anche mezzi di protezione individuale, disinfettanti, mezzi di ventilazione degli ambienti ospedalieri, termometri a distanza e farmaci. “Puntiamo a rafforzare la consapevolezza di come evitare il contagio. A tal fine, sono stati prodotti materiali di comunicazione e corsi di formazione per detenuti e personale carcerario”, spiegano i promotori all’agenzia missionaria vaticana. Una mobilitazione, quindi, contro il coronavirus.

Senzatetto

E’ attivo il servizio di distribuzione di mascherine e igienizzanti per mani. Ai senzatetto della capitale Dushanbe. L’assistenza ai clochard era stata avviata già prima della pandemia. Ma è stata intensificata con l’avanzare dei contagi. Soprattutto tra i più poveri. Rappresentano un’ampia fetta della società. Su 9 milioni di abitanti, il 27,4% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. Proprio a questa fascia di popolazione si rivolge l’operato della Chiesa. Impegnata anche su altri fronti. Attraverso la Caritas, viene migliorato il sistema di distribuzione dell’acqua nel distretto di Jomi. Una zona a ovest del paese. Dove le condizioni della rete idrica rappresentano un’emergenza. Oltre a “Supervision for success”. Il progetto che permette agli anziani di insegnare mestieri a ragazzi orfani.

Paola Anderlucci: