Stop della Chiesa alle discriminazioni sociali che ostacolano i matrimoni in Pakistan. C’è una svolta che oltreché legale è anche culturale e la comunità cristiana se ne fa interprete e promotrice. Il Pakistan diventa il primo Paese islamico al mondo a bandire la dote. Si tratta di una tradizione che, secondo tratti della cultura del subcontinente indiano, riguarda in modo trasversale a cittadini di ogni comunità religiosa.
La tradizione delle dote in Pakistan
“Apprezziamo il governo federale del Pakistan per aver preso la storica decisione di bandire la tradizione della dote in Pakistan. Questo provvedimento potrà facilitare i matrimoni ai giorni nostri. E va nella direzione di non incentivare il materialismo. E’ una decisione che vale molto per i più poveri della nazione”, spiega a Fides monsignor Samson Shukardin, vescovo di Hyderabad. Piena approvazione della Chiesa del Pakistan, quindi, per il recente provvedimento adottato dal governo. Il ministro federale per gli Affari religiosi ha vietato la tradizione della dote in Pakistan. Stabilendo che è illegale per l’uomo o per la sua famiglia chiedere la dote alla famiglia della sposa.
Matrimoni annullati per mancanza di denaro
Afferma all’agenzia vaticana missionaria il vescovo Samson Shukardin: “È sempre triste per me quando vengo a sapere che un matrimonio viene rinviato o annullato per mancanza di denaro della dote. Incoraggiamo sempre le famiglie ad abbandonare queste vecchie tradizioni. Nel nostro tempo la vita è diventata molto costosa. E si deve pensare ai bisogni quotidiani. Inoltre la ricchezza materiale non è certo l’aspetto centrale del matrimonio. il matrimonio è l’unione sacra di un uomo e di una donna”. Abolire per legge la doto è un “beneficio per le persone che vivono al di sotto della soglia di povertà”. Ma anche per “le famiglie della classe media“. E per quanti “si vedono costretti a ritardare il matrimonio della propria figlia a causa della dote”.