Si avvicinano le elezioni in India e i partiti nazionalisti sembrano tornare a cavalcare il vessillo dell'intolleranza religiosa. A farne le spese, ancora una volta, sono i cristiani.
I fatti
A Sarwada, villagio in Murhu Tehsil, a pochi chilometri da Ranchi, un gruppo di estremisti indù hanno chiesto la rimozione della statua di padre John-Baptist Hoffmann, missionario tra la popolazione Munda. Tra le tribù indigene il gesuita svolse anche la funzione di assistente sociale. Un monumento situato fuori la chiesa dell’Immacolata Concezione ne ricorda le attività. Tuttavia, quell'omaggio sembra non piacere ai militanti del Bjp nel Jharkhand: Ram Kumar Pahan, presidente del partito conservatore che rivendica l'identità induista del Paese, ha guidato la protesta. Gli estremisti considerano questo monumento “un'offesa verso i tribali” in quanto facilmente associabile con il periodo coloniale.
La preoccupazione
Questa vicenda genera preoccupazione nella comunità cristiana indiana. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians, ha così commentato la richiesta del leader locale del Bjp con il portale “Asia News” : “Non è la prima volta che avviene [una contestazione simile]. Nel 2014 era già capitato ad una statua della Madonna dalle caratteristiche tribali, con la pelle scura e vestita di sari rosso e bianco, con in braccio il bambino Gesù avvolto in fasce”. Georga ha aggiunto: “La Chiesa del Jharkhand è sotto stretta sorveglianza da parte delle fazioni di estrema destra, che montano costantemente sentimenti anti-cristiani. Tutto questo fa parte di un più ampio piano dei nazionalisti indù per proiettare [un’immagine] dell’India come nazione indù, soprattutto in vista delle imminenti elezioni generali”.